Atac, il piano industriale spacca già il M5S

Stefàno, presidente della commissione Mobilità, critica la bozza presentata ai sindacati. "Sbagliato far ricadere tutto sui lavoratori"

Un bus Atac

Nemmeno il tempo di essere ultimato e spedito al tribunale e ai creditori che il piano industriale di Atac, la cui bozza è stata ieri illustrata ai lavoratori della municipalizzata, spacca già il Movimento 5 Stelle, “azionista” Atac.

I primi dubbi sul piano, che come anticipato da Radiocolonna.it punta tutto su aumento della produttività (più ore di lavoro), lotta all’evasione, taglio delle linee e velocizzazione dei pagamenti,  li ha espressi Enrico Stefàno, presidente grillino della commissione Mobilità in Campidoglio e considerato della cerchia stretta di Virginia Raggi.

“L’aspetto relativo ai dipendenti è solo una parte del piano industriale di Atac per risanare l’azienda attraverso il concordato. Personalmente non condivido tutto della proposta emersa in questi ultimi giorni”, ha detto Stefàno a Radio Cusano Campus.

“Al momento la bozza del piano industriale prevede da un lato investimenti in
nuovi autobus, dall’altra prevede interventi sui lavoratori. Tra le proposte c’è l’aumento dell’orario di lavoro. Capisco la posizione dei dipendenti e dei sindacati, perchè può sembrare che vogliamo far ricadere tutto sui lavoratori, ma non è questa la nostra intenzione”. Il numero uno della commissione, sposa dunque le perplessità del personale Atac, impaurito da un aumento delle ore.

Secondo Stefàno, “quando si ha un’azienda che ha un miliardo di debito e si decide di avviare un piano di risanamento, senza licenziare nessuno e senza ridurre gli stipendi, è chiaro che le leve restano pochine. Riconosco che forse la bozza prevede misure
un po’ eccessive, ma sono sicuro che si troverà un equilibrio per il bene della città. Penso che si possa trovare la giusta via di mezzo”.

In merito all’aumento delle ore di lavoro, dal piano Atac emerge come, relativamente all’esercizio di superficie (bus e tram), la durata complessiva del turno dovrebbe passare da 6 ore e 30 minuti a 7 ore e 15, con azzeramento immediato dell’indennità correlata ai cosiddetti turni lunghi (10 euro per ogni turno da 6,21 a 6,30).

 

 

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