Atac gioca d’anticipo, sul piatto 8 milioni per i pezzi di ricambio

Maxi-gara per i motori dei bus. Intanto l'Usb va sul piede di guerra per la disdetta del contratto con Corba

Atac corre ai ripari sui pezzi di ricambio per i bus. E lo fa con un maxi-bando da quasi 8,5 milioni di euro, suddiviso in 4 lotti, per “la fornitura di ricambi motori per autobus”. Proprio ieri, la clamorosa disdetta del contratto con Corpa srl, società che si occupa di manutenzione dei bus e di rimozione su strada dei mezzi in avaria. La facoltà di proroga non è stata esercitata e da oggi il trasporto pubblico romano ha uno strumento in meno per fronteggiare i problemi tecnici.

Tornando al bando, si stratta di trovare l’operatore economico più adeguato per garantire all’azienda, ancora in attesa del via libera al concordato preventivo, l’approvvigionamento di pezzi di ricambio per i motori degli autobus. Un primo lotto è da 6 milioni, un secondo da quasi un milione, un terzo da 300 mila euro e un quarto da 1,1 milioni. E questo per le varie case che forniscono bus ad Atac, da Iveco a Mercedes. Quello dei pezzi di ricambio non è certo una novità per Atac, più volte finita al centro delle polemiche per la mancanza di ricambi per i mezzi di superficie.

Intanto, l’Unione Sindacale di Base chiama i lavoratori di Corpa alla mobilitazione per difendere il posto di lavoro e salvaguardare il servizio di manutenzione e assistenza delle vetture Atac. Lo si legge in un comunicato.”E’ inaccettabile che si consenta ad una azienda di interrompere il servizio e licenziare in tronco i dipendenti, rifiutandosi di proseguire l’attività in regime di proroga fino a nuovo bando. Permettere che le aziende agiscano impunemente in questo modo significa consegnare i servizi pubblici al caos e sottometterli ai capricci degli imprenditori privati – si legge nel comunicato -. Si tratta di una nuova occasione nella quale non solo si dimostra l’inefficacia del sistema delle esternalizzazioni ma anche la pericolosità di qualsiasi scelta che continui ad incoraggiare e alimentare l’ulteriore ingresso dei privati nel trasporto locale”.

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