Atac, sì al concordato a un passo. Ma ci sarà da sudare

A giorni il sì del tribunale al concordato. Ma per ripagare i debiti bisognerà tornare alla redditività. Parisi, candidato centrodestra, "azienda non privatizzabile"

Il sì ai giudici del Tribunale di Roma al concordato di Atac è a un passo. Entro pochi giorni, è il rumor raccolto da Radiocolonna.it, ci sarà il primo via libera ufficiale al salvataggio di Atac, cui il management coordinato da Paolo Simioni ha continuato a lavorare in queste ultime settimane. Poi toccherà all’assemblea dei creditori, Comune e banche in primis, cui spetterà l’ultima parola.

La notizia comunque è che le chanches di ottenere un sì sono comunque alte e tra i lavoratori dell’azienda si respira un cauto ottimismo sul salvataggio definitivo della municipalizzata. Attenzione però, perchè il sì del Tribunale ha il suo prezzo. E cioè una prima tranche di debito da quali mezzo milioni di euro da cominciare a pagare a rate a partire dal 1 gennaio 2019. Ora, la cosa almeno a parole è fattibile, ma nei fatti? Per riuscirci, e qui sta l’incognita, Atac dovrà fare soprattutto una cosa. Tornare ad essere un’azienda in grado di produrre margine e redditività.

Intanto ieri sui guai della municipalizzata è intervenuto il candidato del centrodestra, Stefano Parisi che a Omniroma ha spiegato come “il sistema dei trasporti non è tanto oggi un problema di pubblico privato, oggi è un problema di qualità del trasporto, di infrastrutture e di stabilità delle aziende che oggi fanno il trasporto pubblico. Atac oggi non è privatizzabile, si possono fare tutti i referendum che si vuole, ma una qualsiasi azienda un privato non la comprerà mai se non ha un flusso finanziario certo”.

“Oggi i trasferimenti dal fondo trasporti della Regione Lazio hanno fatto dei balzi purtroppo politici per cui Zingaretti non ha dato i soldi all’Atac per dispetto verso Roma – ha affermato Parisi – Nessuno comprerebbe mai un’azienda del genere. La prima cosa è stabilizzare il quadro normativo, stabilizzare il quadro finanziario, fare in modo che le aziende possano sviluppare un servizio di qualità, fare in modo che queste aziende abbiano una grande missione, riconvertire i mezzi oggi inquinanti in mezzi non inquinanti”.

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