Atac, si complica trattativa sul piano industriale

Interrotte in serata le trattative tra il management e i sindacati. Scontro sull'aumento delle ore. Ma senza accordo impossibile presentare il piano

Ore decisive per il piano industriale di Atac, propedeutico al salvataggio della muncipalizzata. Da ieri sera è in atto un serrato confronto tra il numero uno di Atac, Paolo Simioni e i sindacati (Cgil Roma e Lazio, Cisl Roma capitale e
Rieti e Uil Roma e Lazio e i segretari della categoria trasporti). Un faccia a faccia sospeso proprio in tarda serata per mancanza di accordo. E ora l’azienda rischia lo stop al piano con conseguente rischio per l’intera operazione di salvataggio.

Collateralmente al confronto a Via Prenestina, sempre oggi, si è tenuto un altro vertice con le rappresentanze in Campidoglio, ovvero i segretari generali Michele Azzola (Cgil Roma e Lazio), Paolo Terrinoni (Cisl Roma capitale e Rieti) e Alberto Civica (Uil Roma e Lazio), alla presenza dell’assessore alla Mobilità, Linda Meleo.

Al momento però le trattative, stando a quanto si è appreso, sono congelate poiché i sindacati hanno richiesto maggiori garanzie dal punto di vista politico rispetto alle trattative inerenti al concordato preventivo in continuità. Ancora non è stata fissata la data del prossimo incontro.

Tutto ruota intorno all’aumento della produttività, sotto forma di ore di lavoro in più, cardine dell’intero rilancio Atac. Ma il confronto non è mai partito sotto i migliori auspici vista l’immediata diffidenza dei sindacati Atac verso un piano volto a scaricare le colpe del management sui lavoratori. Un piano che ha spaccato persino lo stesso Movimento 5 Stelle.

I dubbi li aveva espressi Enrico Stefàno, presidente grillino della commissione Mobilità in Campidoglio e considerato della cerchia stretta di Virginia Raggi.

“L’aspetto relativo ai dipendenti è solo una parte del piano industriale di Atac per risanare l’azienda attraverso il concordato. Personalmente non condivido tutto della proposta emersa in questi ultimi giorni”.

“Al momento la bozza del piano industriale prevede da un lato investimenti in
nuovi autobus, dall’altra prevede interventi sui lavoratori. Tra le proposte c’è l’aumento dell’orario di lavoro. Capisco la posizione dei dipendenti e dei sindacati, perchè può sembrare che vogliamo far ricadere tutto sui lavoratori, ma non è questa la nostra intenzione”. Il numero uno della commissione, sposa dunque le perplessità del personale Atac, impaurito da un aumento delle ore.

Ma ora bisogna fare in tempo, perchè il piano va consegnato al Tribunale entro il mese.

 

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