Atlantia, Fiumicino e il dopo Genova. Il destino di un aeroporto

Se la holding dei Benetton scorporasse le autostrade il fatturato scenderbbe a 2,5 miliardi e anche la marginalità ne risentirebbe. Intanto anche la politica frena sui piani di ammodernamento dello scalo

Gli investimenti, sulla carta, ci sono. Atlantia, il cuore pulsante da 6 miliardi di euro della famiglia Benetton, ha messo sul piatto nei mesi scorsi fino a 1,7 miliardi per l’ammodernamento dello scalo, gestito dalla controllata Adr insieme a quello minore di Ciampino (oltre ai 3 mila km di autostrade). Ci si chiede però se alla luce della tragedia genovese, la road map non subirà dei cambiamenti.

Nei giorni scorsi il gruppo guidato da Giovanni Castellucci, attraverso la controllata Aeroporti di Roma, ha assicurato la volontà di prepararsi ad avviare un nuovo importante intervento di ammodernamento dell’aeroporto Leonardo da Vinci. Il progetto di investimento è stato approvato nei giorni scorsi: si tratta di un’opera da 384 milioni di euro complessivi per la realizzazione della nuova area di imbarco A, nell’ambito del Terminal 1, dedicata ai voli per le destinazioni Schengen.

Il fatto però è che una delle ipotesi sul tavolo dei Benetton ci sarebbe, secondo alcuni rumors, lo scorporo di Autostrade da Atlantia, con possibile addio alle concessioni autostradali, come peraltro lo stesso governo caldeggia. Il che, bilanci alla mano, porterebbe Atlantia a dimagrire da 6 a 2,5 miliardi, con inevitabili ripercussioni su ricavi e margini. E su Fiumicino cambierebbe la musica?

Il problema di Fiumicino non è insomma il presente, ma il futuro. Nei primi sei mesi dell’anno in corso l’aeroporto di Fiumicino ha visto transitare oltre 13,5 milioni di passeggeri internazionali, con gli incrementi più elevati dai mercati del Nord America (+4,7%), Centro e Sud America (+20%) ed Estremo Oriente (+14,4%). A fine 2016 è stato raggiunto il record storico di 41,7 milioni di passeggeri transitati. Solo nella prima settimana di agosto nello scalo sono transitati circa 140 mila passeggeri al giorno, con un aumento di traffico per le aree extra Ue (+6,2%).

Anche perché anche la politica rischia di mettersi un po’ di traverso sulla strada dei Benetton per Fiumicino, all’indomani di Genova. “Il ponte della Scafa, che collega Ostia a Fiumicino, chiuso perché pericolante. Tutti i collegamenti con Fiumicino sono da terzo mondo, come il viadotto della Magliana, ma i signori delle speculazioni pensano soltanto al raddoppio dell’aeroporto”, ha dichiarato nei giorni scorsi il senatore di Fratelli d’Italia, Giovanbattista Fazzolari.

“Prima bisogna adeguare e potenziare i collegamenti con Fiumicino, e solo dopo si può discutere di potenziare l’Aeroporto. Impensabile portare il Leonardo Da Vinci a 70-100 milioni di passeggeri senza prima costruire un adeguato sistema di comunicazione con Roma e Ostia. Così farebbe uno Stato serio non piegato alle logiche affaristiche dei soliti noti, alla onnipresente Atlantia del gruppo Benetton che detiene, oltre ad Autostrade, anche la concessione dell’Aeroporto di Fiumicino e che continua ad utilizzare le ingenti risorse della concessione aeroportuale per perseguire i propri interessi, invece che per realizzare investimenti utili”. Per questo presenterò nei prossimi giorni una interrogazione parlamentare per chiedere al governo cosa intenda fare per rivedere il pessimo contratto di servizio dell`aeroporto di Fiumicino”.

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