Banca del Fucino ancora al riassetto

Dopo l’uscita di scena dei principi Torlonia, arriva l'imprenditore Umberto Petricca. Ma non solo

Ancora un riassetto nel capitale di Banca del Fucino. Dopo l’uscita di scena dei principi Torlonia, fondatori dell’istituto nel 1923, concepito per finanziare le attività agricole nell’omonima piana abruzzese, al termine della bonifica dell’800 voluta dagli stessi nobili e la trasformazione della banca in capogruppo di Igea, ecco che arriva l’imprenditore Umberto Petricca. Attivo in Italia e in America Latina, Petricca è entrato nella compagine azionaria con una quota rilevante.

Nato a Paganica in Abruzzo, è emigrato giovanissimo in America Latina dove è diventato un imprenditore di successo nel campo delle infrastrutture. Recentemente ha fondato la Holding Italiana con sede a L’Aquila che, in pochi mesi, ha registrato, partendo dall’edilizia, un notevole sviluppo della cantieristica in Abruzzo e nel Nord Italia. Dunque, ancora movimenti nell’azionariato della banca di via Tomacelli.

Che, nel 2019, grazie a un aumento di capitale da 200 milioni sottoscritto da Igea Banca, è diventata capogruppo di Igea Banca, arrivando a controllare Igea Digital Bank tra le prime banche italiane specializzate in lending alle piccole e medie imprese e ai professionisti attraverso. Ma non è tutto. Anche al vertice dell’istituto presieduto da Mauro Masi e guidato dal ceo Francesco Maiolini e che ha chiuso il 2020 con raccolta e impieghi in crescita rispettivamente del 34 e 44% e un utile ante imposte di 1,2 milioni, si segnalano movimenti. Pochi giorni fa il board ha proceduto alla nomina di due vicepresidenti: Gabriella Covino e Francesco Orlandi.

© StudioColosseo s.r.l. - studiocolosseo@pec.it
Il Sito è iscritto nel Registro della Stampa del Tribunale di Roma n.10/2014 del 13/02/2014