Banca del Fucino, nuovo riassetto. Entra l’Enpam

Fondazione Enpam, l’Ente di previdenza e assistenza dei medici e degli odontoiatri e più grande cassa privata italiana, entra nella compagine azionaria di Banca del Fucino, con una quota di rilievo

A Banca del Fucino serviva capitale. Ed è arrivato. L’istituto di credito fondato quasi 101 anni fa per finanziare le attività agricole dell’omonima Piana bonificata 30 anni prima dai principi Torlonia, azionisti di maggioranza fino al 2018, quando la banca si fuse con il gruppo Igea, va incontro a un altro riassetto azionario. Fondazione Enpam, l’Ente di previdenza e assistenza dei medici e degli odontoiatri e più grande cassa privata italiana, entra infatti nella compagine azionaria di Banca del Fucino, con una quota di rilievo.

L’Ente ha infatti sottoscritto una quota di partecipazione pari all’8,17%, per un controvalore di 23,8 milioni di euro, nell’ambito dell’aumento di capitale deliberato dal Consiglio di amministrazione di Banca del Fucino. La Fondazione e nuovo socio conta su di un patrimonio complessivo di circa 26 miliardi di euro e annovera tra i propri iscritti 365 mila medici e dentisti in attività e circa 160 mila pensionati.

“Con l’aumento di capitale odierno la Banca del Fucino incrementa in misura significativa la propria dotazione di capitale, superando gli stessi obiettivi di rafforzamento patrimoniale per il 2023 previsti per l’attuazione delle nuove linee strategiche e approvati dalla Banca d’Italia nell’aprile scorso. Si tratta di risorse che saranno poste a servizio dell’ulteriore crescita della banca e del gruppo”, si legge in una nota di Banca del Fucino, oggi capogruppo di Igea.

Nell’attesa dei conti relativi al 2023, l’esercizio 2022 dell’istituto guidato da Francesco Maiolini e presieduto da Mauro Masi ha evidenziato una crescita significativa di tutti i principali aggregati. Gli impieghi con clientela hanno registrato un aumento a 1,8 miliardi (+22%), la raccolta diretta ha superato i 2,8 miliardi (+4,5%) mentre il prodotto bancario complessivo è giunto a circa 5,4 miliardi, segnando un incremento del 9,6% rispetto all’esercizio precedente, che era già stato caratterizzato da una crescita importante. Il margine di interesse ha superato i 50 milioni (+38,91%) mentre il margine di intermediazione si è attestato a 85,9 milioni circa (+39,59%).

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