Banda larga, export e mobilità al tavolo Calenda

Imprenditori e commercianti si preparano a chiedere misure precise per il rilancio di Roma in vista del 17 ottobre.

Ora che il primo giro di tavolo è ben fissato in calendario (17 ottobre), per il tavolo governativo per il rilancio di Roma chiesto dal ministro dello Sviluppo Carlo Calenda, è tempo di proposte. Una lista cioè dei mali più o meno cronici che affliggono la Capitale, impedendone la ripresa e il risveglio economico.

Che sia un tavolo affollato è fuori di dubbio visto che al confronto della prossima settimana prenderanno parte diverse anime del tessuto romano. Oltre alle istituzioni, Calenda padrone di casa e sindaco Virginia Raggi in primis, nonostante le frizioni della vigilia, ci saranno imprese, commercianti, artigiani.

E nonostante manchi ancora una regia ufficiale dei lavori, le imprese stanno già redigendo un elenco di richieste tagliate sulle esigenze delle proprie categorie. Molte verranno buttate giù questa settimana, altre sono già pronte. Come per esempio quelle della Camera di commercio il cui presidente, Lorenzo Tagliavanti (Cna) siederà al tavolo accanto a Raggi e Calenda.

Tre le macro-aree su cui intervenire senza indugi. Internazionalizzazione, digitalizzazione e formazione. Sulla prima, l’imperativo è “rimettere in sesto il tessuto produttivo” che ad oggi ha lasciato sul terreno quasi 3 miliardi di ricchezza, dicono da Piazza di Pietra.

Secondo problema, la “digitalizzazione, ovvero lo sviluppo della banda larga”, cioè consentire a chi fa impresa nella Capitale o ha intenzione di farla di operare in condizioni di standard europei, con internet e connessioni ultra-veloci. Non è finita qui. “Una terza questione su cui vogliamo l’attenzione è quella connessa al capitale umano: investire nella formazione, nell’università”. Dunque, diranno le pmi a Raggi e Calenda, lavorare su corsi e tirocini sponsorizzati dal Campidoglio per fornire al tessuto produttivo competenze all’altezza.

Diverse, ma nemmeno così tanto, le esigenze dei commercianti, che puntano molto sulla mobilità. Una città quotidianamente congestionata come Roma non fa bene agli affari e al commercio. Il pensiero corre inevitabilmente ad Atac ma anche a forme di mobilità alternativa (bici) e sostenibile (auto elettrice).

Ancora in fase di stesura invece il ventaglio di proposte firmate da Unindustria che insieme alle altre rappresentanze proverà non senza dubbi e incognite sulla buona riuscita del progetto voluto da Calenda, a fare un po’ di famigerata massa critica.

 

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