Bcc, aspettando il governo la corsa sotterranea di Cassa centrale e Iccrea

Sia i trentini sia la banca capitolina continuano a incassare le adesione delle Bcc italiane. L'ultimo caso, Banca Centro Lazio, che ha scelto il polo del Nord

Il governo è ancora indeciso sul da farsi sulle Bcc. Smontare o semplicemente azzoppare la riforma del 2015 targata governo Renzi. Eppure il processo di riassetto sui territori, con le adesioni degli istituti spartite tra il polo del Nord, la trentina Cassa centrale e quello più a sud, che fa capo alla romana Iccrea, prosegue. L’ultimo caso riguarda proprio il Lazio. Due giorni fa, a Palestrina, si è svolta l’assemblea straordinaria dei soci della Banca Centro Lazio, che ha approvato le modifiche statutarie necessarie per l’adesione a Cassa Centrale Banca, operativa dal primo gennaio 2019.

Si tratta, hanno spiegato dalla banca, di una scelta che consentirà di vincere le sfide di un mercato sempre più competitivo. “L’adesione al gruppo Cassa Centrale Banca consentirà al nostro istituto di riorganizzarsi e di superare le inefficienze dovute ad un’elevata frammentazione del sistema, valorizzando la centralità del credito cooperativo”. Secondo Amelio Lulli, presidente di Banca Centro Lazio, l’istituto una forte vocazione territoriale, nelle province di Roma e Frosinone, “continuerà a essere una struttura autonoma, in grado di incidere sull’economia delle comunità locali. La base fondante dell’istituto è quella di un modello d’impresa rivolto ai valori della mutualità e della centralità degli individui”.

In tal senso, Luigi Mastrapasqua, direttore generale della banca cooperativa, ha sottolineato la necessità di “rafforzare un modello di fare banca tipico del credito cooperativo, vicino alle esigenze del territorio, capace di vincere le sfide di un mercato sempre più complesso in cui emergono competitor alternativi che desiderano appropriarsi di spazi di mercato fino a oggi di competenza bancaria. La scelta di aderire a Cassa Centrale Banca ci consente, dunque, di crescere e di modernizzarci nell’interesse di tante famiglie, imprese, soci, clienti e di tutte le persone che lavorano con noi”.

Sponda Iccrea invece, non è che nell’istituto di via Lucrezia Romana si stia perdendo del tempo. Proprio ieri, il presidente Giulio Magagni ha fornito il timing che porta verso la creazione del super-gruppo. “Sarà l’8-10 gennaio l’atto finale per la nascita del nuovo gruppo bancario cooperativo. Magagni ha sottolineato come all’inizio di gennaio ci sarà l’assemblea di Iccrea per approvare le modifiche dello statuto. Poi per il decollo operativo basterà l’iscrizione nell’albo dei gruppi da parte della Banca d’Italia”. Entro il 16 dicembre, ha aggiunto Magagni al termine del comitato esecutivo dell’Abi, tutte le 142 Bcc che aderiscono al nuovo gruppo faranno le assemblee per le modifiche statutarie. La stessa Iccrea che si prepara a incassare l’adesione di un’altra Bcc, quella di Buonabitacolo (Salerno). Il prossimo 16 dicembre si terrà infatti un’assemblea straordinaria della Bcc di Buonabitacolo. I soci dell’istituto di credito diretto da Angelo De Luca saranno chiamati a decidere in merito all’adesione al gruppo bancario romano come previsto dalla riforma del credito cooperativo.

Eppure nella Bcc romana nei giorni scorsi le acque sono state agitate. Alcune indiscrezioni di stampa hanno raccontato di un fronte di dissenso all’interno del consiglio di 15 membri, nel quale sarebbe esploso un forte malcontento con alcuni consiglieri che avrebbero chiesto che venisse verbalizzato il malumore su una questione da tempo fonte di problemi: il rapporto tra la capogruppo e le singole banche e il sistema delle garanzie incrociate. In tal senso sarebbero molte le banche più solide a temere gli effetti negativi di un legame con le bcc più in difficoltà.

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