Il lockdown mette a secco i benzinai. Allarme Confesercenti

Persi già tre miliardi a causa della minor circolazione dei mezzi. Ora serve un intervento del governo. Il caso degli agricoltori vicino Roma

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Il lockdown ed il conseguente crollo delle vendite di carburanti stanno mettendo in ginocchio i benzinai, e migliaia di impianti sono a rischio fallimento.  In fumo, per le mancate vendite, sono andati quasi 3 miliardi. Al momento, però, il confronto con il governo, aperto la scorsa settimana a seguito di una denuncia lanciata dalle Federazioni di categoria nazionali, seppur positivo nelle affermazioni e proponimenti, non si è concretizzato. A dichiararlo è la Faib Confesercenti, che lamenta l’allontanarsi di soluzioni fiscali ed economiche che pure erano state ipotizzate nel corso del confronto.

“La distribuzione carburanti – dichiara Martino Landi, presidente nazionale Faib Confesercenti – è tuttora attiva e garantisce i rifornimenti sia in sola modalità self-service, con accettatore di banconote o carte, sia in modalità servito. Ma siamo allo stremo.”

“Nonostante siano stati firmati accordi con i principali fornitori petroliferi – sottolinea ancora Confesercenti sui benzinai – per attenuare il peso economico che grava sulle gestioni a fronte dei costi, molti dei quali rimasti invariati, i punti vendita hanno perso nel mese di marzo il 90% dei ricavi”. E pensare che, come risulta a Radiocolonna.it, vicino Roma molti agricoltori incontrano difficoltà nell’approvvigionarsi di carburante per i mezzi agricoli. Un bel problema.

“Ora rischiano il fallimento. In particolare, alcuni costi fissi di gestione dei benzinai, utenze e servizi ed il costo sostenuto per il personale rappresentano un peso economico insopportabile per le gestioni. Oggi i nostri impianti hanno un ricavo lordo che potremmo stimare in poco più di 10 euro al giorno derivante dai carburanti”.

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