Bollette energia, come leggerle e come ridurre i consumi

Moltissimo cambierà con la fine del mercato tutelato ma quella che resterà invariata sarà ancora una volta la complessità nella lettura delle bollette e l'enorme carico derivante dalle accise e dai vari oneri

Con la fine imminente del mercato tutelato dell’energia elettrica e del gas, alcuni milioni di famiglie dovranno scegliere l’offerta di un “nuovo” gestore e diventa, quindi, importante sapersi orientare tra le tante proposte sul mercato.

La scelta non sarà comunque irreversibile o troppo vincolante. Il principale beneficio del libero mercato è la possibilità per il consumatore di cambiare fornitore senza alcun limite. Si potrà cambiare il fornitore di energia anche dopo ogni bolletta, con una semplice telefonata o attraverso internet, senza costi aggiuntivi e senza procedure complicate. Ogni consumatore avrà un codice cliente, come se fosse la targa di un’auto o un numero di telefono. E sarà il nuovo fornitore ad assicurare il trasferimento del cliente.
Tale opzione serve ad aiutare i consumatori in un mercato complesso che trova conferma nel percorso prudente di progressiva apertura alla concorrenza a differenza di altri settori come la telefonia, le banche e le assicurazioni.

Basta leggere una bolletta per comprenderne la complessità.

Prima di addentrarci nelle tante voci che compongono le bollette dell’energia elettrica e del gas, occorre una premessa che riguarda i costi energetici. Come per altri beni e servizi anche per l’energia l’obiettivo è avere un servizio efficiente per qualità e a costi competitivi.

Tuttavia c’è un elemento in più ed è la transizione green, ovvero la costante riduzione della quota di energia prodotta dalle fonti fossili come petrolio, gas e carbone. In Europa siamo impegnati a sviluppare le fonti rinnovabili come il solare e l’eolico ma oltre a produrre più energia verde dobbiamo anche consumare meno energia a parità di attività. La classe energetica indicata obbligatoriamente su ogni piccolo e grande elettrodomestico diventa sempre più importante nella scelta dell’acquisto.

In casa, ad esempio, la lavatrice è l’elettrodomestico più energivoro. Un prodotto in classe energetica A+++ consente un risparmio fino al 53% di energia rispetto a una classe F e G e una classe A+ del 28%. Alcune efficienze si possono ottenere senza dover cambiare gli elettrodomestici. Ad esempio ridurre di un grado la temperatura del riscaldamento invernale produce un taglio ai consumi del 5%. L’acqua sanitaria non serve a 70° dato che poi dobbiamo miscelarla con quella fredda. Una temperatura a 48-50° e intorno ai 65-70 per il riscaldamento consentono di ridurre il consumo di circa il 20%.

Torniamo però alla complessità della bolletta. La difficoltà è legata alle tante voci che la compongono e con peso variabile. L’importo che ogni utente deve pagare quindi è la somma di vari elementi di cui il consumo effettivo di energia oscilla tra il 43 e il 56% del totale.

La prima voce che incontriamo è il Servizio Vendita che si compone di una quota fissa e una quota energia (i nostri consumi effettivi).

La seconda voce sono i Servizi di Rete: si tratta dei costi per l’utilizzo delle reti elettriche e sono stabiliti dai distributori di energia e approvati dall’Autorità di regolazione per l’energia e l’ambiente. Tali costi a loro volta sono suddivisi in una quota fissa, una quota potenza che varia in base alla potenza del nostro contatore e una quota variabile stabilita secondo scaglioni di consumo (più consumiamo e più aumenta la quota).
I servizi di rete sono differenti a seconda che il contratto sia per l’abitazione principale o per la seconda casa (più alti per quest’ultima).

La terza voce sono gli Oneri di Sistema. Una componente che somiglia molto alle accise sui carburanti, dove si può leggere la storia dell’Italia, dalla guerra in Etiopia nel 1936 all’alluvione di Firenze, dal Belice al terremoto in Emilia-Romagna.
Gli oneri di sistema in bolletta non sono una vera e propria tassa, bensì soldi che vanno nelle casse dello Stato per finanziare una serie di interventi. Nel 2018 il Parlamento ha approvato un riordino degli oneri di sistema ma in realtà è stato un semplice accorpamento. Si tratta comunque di una voce di spesa consistente che vale circa 20 miliardi di euro l’anno.

Tra i principali figurano gli Oneri per il Sostegno alle energie da fonti rinnovabili, messa in sicurezza del nucleare (i costi per la dimissione delle ex centrali), sostegni alla ricerca, promozione dell’efficienza energetica, agevolazioni tariffarie per il trasporto ferroviario, ma la lista è molto più lunga.

Infine l’ultima voce, immancabile, sono le Imposte con Iva al 10%.

Le quattro voci che compongono la bolletta elettrica sono a quote variabili. In linea di massima le spese di trasporto e per il contatore incidono intorno al 20%, gli oneri di sistema 11-12% e le imposte per il 17%.

La bolletta per il gas è sostanzialmente simile, l’unica differenza riguarda la composizione degli oneri di sistema. Tra questi figura ad esempio la voce GS che è utilizzata per finanziare il sistema dei bonus sociali destinati ai clienti in disagio economico. Una voce che è pari a zero per la clientela domestica e viene pagata unicamente dai condomini con contatori gas per uno o più immobili come ad esempio il riscaldamento centralizzato.

(continua…)

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