Buche a Roma, tutti i perché delle strade colabrodo

Colpa del bitume poco coeso che lascia filtrare l'acqua, diventando poltiglia. Ma quello buono costa. E in Italia servirebbero 40 miliardi

Rimozioni per evitare che nelle buche cadano le auto

Nemmeno fosse lo slalom speciale di Coppa del Mondo di sci. Roma, dopo la neve e la pioggia, è più o meno questo, un immenso cratere a cielo aperto. Buche su buche, la città diventa improvvisamente pericolosa per scooteristi e automobilisti, molti dei quali subiscono danni alle proprie auto. Ma perchè tutto questo? Perche dalle piccole crepe si passa a buche enormi, che inghiottono ruote e passanti?

Questione, ancora una volta, di cattiva manutenzione. Lo dice la Siteb, l’associazione italiana dei poduttori di bitume, guidata da Stefano Ravaioli e che per bocca di Michele Moramarco, capo dell’ufficio tecnico, spiega il perchè di tale, puntuale, disastro romano. “A Roma la pavimentazione stradale spesso non è sostenuta da strati divisi e separati. Ecco perché il problema delle buche è così diffuso. La situazione diventa più grave quando a causa di lavori le strade vengono aperte e richiuse frettolosamente con dei materiali misti e non compatti. I micro spazi all’interno di questi materiali con la prima pioggia si riempiono d’acqua che piano piano, accumulandosi, crea dei veri e propri vuoti sotto l’asfalto”. Tradotto, il bitume è poco pressato, compatto, e con l’acqua diventa poltiglia.

Il fatto è che la qualità costa e le amministrazioni a corto di liquidità, come quella capitolina, per risparmiare usufruiscono di bitume di seconda mano. Risultato? Buche e ancora buche. Non è un caso se dunque, come spiegano dalla Siteb, per riportare in sicurezza il nostro patrimonio stradale occorrerebbe un piano straordinario di almeno 40 miliardi di euro. Roma, ma anche l’Italia intera, sta registrando un nuovo passo indietro sul fronte delle attività di costruzione e manutenzione delle strade dopo il dato positivo del 2015 (+3,7% sul il 2014), il primo dopo 9 anni di calo ininterrotto. Segno evidente che la crescita di due anni fa era dovuta non a un’effettiva ripresa della manutenzione del nostro patrimonio stradale, ma era essenzialmente trainata da alcuni grandi lavori eccezionali (connessi all’Expo a Milano). Ma ora, di nuovo i crateri.

 

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