Caffè Greco e Ospedale Israelitico, una guerra oscura

Un pezzo della storia di Roma sta per chiudere i battenti. Sull'Antico Caffè Greco pende la condanna dello sfratto esecutivo. L'ospedale Israelitico, proprietario delle mura, lo rivuole indietro senza mai aver accettato un confronto chiarificatore. Il Campidoglio è immobile

E’ in via (dei) Condotti dal 1760 e da lì sono passati tutti i grandi della terra e della storia.

Il Caffè Greco con le 300 opere, e più, che si rincorrono lungo le sale è la più grande galleria privata aperta al pubblico esistente al mondo e non c’è dubbio che ben si meriti la targa di appartenenza all’associazione dei Locali storici d’Italia, oltre ad essere un’attività protetta dai Beni Culturali e definita come “bene culturale di interesse particolarmente importante”. Inoltre sul locale insiste un vincolo ben preciso.

L’esistenza del Caffè Greco ha attraversato guerre e invasioni, papati e governi, epidemie e contagi vari ma ne è uscita sempre con la classe leggendaria che ne fa ancora, ai giorni nostri, un pezzo inalienabile della realtà romana.

Eppure pare che la sua storia sia arrivata al capolinea con uno sfratto, tanto prossimo quanto discutibile.

L’Ospedale Israelitico, proprietario delle mura è irremovibile rivuole indietro lo spazio commerciale occupato dall’Antico Caffè Greco Srl. intentando, anche, una causa di sfratto per terminata locazione.

Si potrebbe pensare ad una questione di prezzo, ma l’attività, pare, abbia offerto un nettissimo aumento del canone pari al doppio degli attuali euro 22.000 al mese ma l’ospedale è silente ed assente alle varie chiamate al tavolo di discussione. Rivuole i locali pur assicurando che manterranno la medesima destinazione d’uso.

La questione si trascina da anni e innumerevoli sentenze hanno dato ragione ai proprietari delle mura senza tener conto, evidentemente, che tutto quanto contenuto nel locale è di proprietà del Caffè Greco e che risulta inamovibile.

Martedì 6 giugno si è riunito un folto gruppo di sostenitori dello storico locale e proprio in una sua saletta sono stati dibattuti diversi punti chiave della questione.

Presenti il senatore Maurizio Gasparri, l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno, Vittorio Sgarbi, il presidente onorario del partito Comunista Marco Rizzo, Carlo Pellegrini amministratore unico della Società con sua moglie. Tutti, oratori e presenti si sono appellati al buon senso e all’intervento diretto del Campidoglio che finora, pare, non prendere posizione. Assenti ingiustificati i proprietari delle mura ossia l’ospedale Israelitico.

Manca il tempo tecnico per delle azioni concrete e se non si arriverà ad un accordo, il giorno 22 giugno assisteremo allo sfratto esecutivo dell’Antico Caffè Greco.

Strana storia, però, perchè a sera escono dei “comunicati stampa” proprio dal proprietario del locale che si affanna a ribadire che il locale storico tale rimarrà e avrà ancora una lunga storia, che preserverà la storicità del luogo ma che unicamente “cambierà l’esercente” e il servizio di somministrazione verrà effettuato da un conduttore diverso, così come già accaduto nel corso del tempo e ricorda ancora che il contratto di locazione (con l’attuale gestore) è terminato nel settembre 2017.

“Mai l’Ospedale Israelitico permetterebbe la chiusura di un bene culturale come l’Antico Caffè Greco e mai potrebbe infrangere vincoli ministeriali e prescrizioni”.

Eppure da molte parti si sussurra che dopo l’eventuale rilascio da parte dell’attuale gestione lo storico caffè dovrà sottostare ad un periodo di “necessaria”  chiusura. Ma perchè?

In realtà stiamo assistendo ad una guerra che tocca l’odierna gestione e i vertici dell’ospedale Israelitico, forse più che il semplice canone annuo d’affitto o il rinnovo del contratto di locazione.

Queste oscure trame meritano una presa di posizione da parte di tutta Roma che deve scendere in via Condotti il 22 giugno.

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