Dialogo e rilancio, le sfide di Camilli a Unindustria

Tra dieci giorni l'assise per la formalizzazione della successione a Tortoriello al vertice di Via Noale. Ecco chi è (e cosa pensa) il nuovo leader degli industriali laziali

Mancano ancora una decina di giorni al 30 settembre, giorno dell’assemblea di Unindustria, l’associazione delle imprese delle cinque provincie laziali. Poi, Angelo Camilli, presidente e Amministratore Delegato di Consilia Cfo prenderà ufficialmente le redini di Via Noale, succedendo a Filippo Tortoriello.

Il candidato alla successione, sul quale si sono espressi i membri del Consiglio Generale, è stato indicato poche settimane fa in esito alle consultazioni della base associativa svoltesi nelle sedi delle Aree territoriali di Roma, Latina, Frosinone, Rieti, Viterbo e coordinate dalla Commissione di designazione composta da Giancarlo Abete, Aurelio Regina e Maurizio Stirpe.

Per Camilli, romano classe 1961 e una laurea in Economia e Commercio alla Luiss, sarà un mandato non facile. Roma e il Lazio scontano gli effetti della paggior crisi dal 1945 ad oggi, il tessuto imprenditoriale è a pezzi e la fiducia nel futuro traballa. Ma la missione non è impossibile, basta avere i giusti ingredienti, a cominciare da un buon e costruttivo dialogo con le istituzioni capitoline e locali, sindaco Virginia Raggi in primis.

Il pedigree non manca. Camilli proviene da una famiglia di imprenditori, giovanissimo inizia a disegnare il suo percorso professionale prima nell’azienda di famiglia e avviando, poi, la sua strada in totale autonomia. Dal 1990 al 1999 ricopre ruoli manageriali in realtà industriali a presenza nazionale ed internazionale come responsabile del controllo di gestione, direttore commerciale fino ad essere amministratore delegato e presidente di joint-venture italo-rumena e italo-saudita.

Quanto alla vita associativa, fin dal 2000 ha partecipato attivamente alla vita associativa di Confindustria ricoprendo cariche di rilievo: dal 2000 al 2003 è stato Presidente del Gruppo Giovani Imprenditori e Vicepresidente dell’Unione degli Industriali e delle imprese di Roma. Dal 2003 al 2012 ha esercitato diversi incarichi di vertice nelle Presidenze dell’Unione degli Industriali e delle imprese di Roma (dal 2003 al 2010) e poi nell’attuale Unindustria.

Di certo Camilli potrà contare su una squadra nuova di zecca, composta per il quadriennio 2020 – 2024, dai vice Presidenti di diritto Fausto Bianchi (Bianchi Assicurazioni Srl) Presidente del Comitato Piccola Industria e da Giulio Natalizia (Natalizia Petroli Spa) Presidente del Gruppo Giovani Imprenditori. Nella squadra entrano anche nove Vice Presidenti elettivi: Gianfranco Battisti (Ferrovie dello Stato Italiane Spa) con delega Infrastrutture per la crescita, Giuseppe Biazzo (Orienta Spa) con delega Capitale umano e Cultura d’impresa, Stefano Cenci (Inmatica Spa) con delega Organizzazione e Rapporti Associativi, Sabrina Florio (So.Se.Pharm. Srl) con delega Centro Studi, Alessandro Francolini (Ericsson Telecomunicazioni Spa) con delega Università, Ricerca e Trasferimento Tecnologico, Alessandra Santacroce (Ibm Italia Spa) con delega Multinazionali e Mercati Esteri, Guido Stratta
(Enel Spa) con delega Lavoro e Relazioni Industriali, Alberto Tripi (Almaviva The Italian Innovation Company Spa) con delega Trasformazione Digitale, Giovanni Turriziani (Turriziani Trasporti Srl) con delega Green Economy.

Questo l’assetto di partenza, ma il dialogo con il Campidoglio parte comunque in salita. La pandemia ha certamente smorzato le diversità di vedute e la possibilità di convergenze strutturali tra politica e imprese per la salvezza di Roma e il Lazio, sono meno remote del passato.

In passato Camilli aveva detto la sua sulla Raggi. Era il 2018 quando l’allora numero due di Via Noale, spiegava come “a quasi due anni dall’elezione non si possono scaricare sul passato le responsabilità. Tanto più che la Raggi è stata 5 anni in Consiglio comunale, quindi aveva a conoscenza i problemi di Roma. È dunque arrivato il momento di assumersi la responsabilità di amministrare”. Sfida accettata.

 

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