Camilli (Unindustria): l’agenda delle pmi aspettando il voto

Parla in vicepresidente degli industriali del Lazio. Pa, banda larga e credito le priorità per il governatore che verrà

Una Pubblica amministrazione amica delle imprese, infrastrutture efficienti e un percorso di risanamento dei conti da non abbandonare. C’è un po’ di tutto nel menù delle imprese laziali, alla finestra ma non troppo in attesa di capire chi guiderà la Regione Lazio nei prossimi anni. D’altronde i rapporti col Campidoglio sono quello che sono, cioè pessimi. Allora meglio rivolgere nel frattempo le attenzioni alla Pisana e sperare che il voto porti i regali auspicati da Angelo Camilli (nella foto), romano, vicepresidente di Unindustria, l’associazione delle imprese laziali.

Camilli, il voto si avvicina. Cosa chiedete al governatore che verrà?

Le richieste sarebbero tante, perchè c’è molto da fare. Gliene dico tre, che poi sono le priorità. Una Pa efficiente, che riduca costi e tempi per le aziende. In alcuni casi ci sono situazioni burocratiche drammatiche…

Tipo?

Penso alle autorizzazioni. Ci sono iter che hanno creato situazioni mostruose, come ad alcune aziende della Valle del Sacco. Credo che uno dei punti di partenza per una Pa amica delle imprese siano gli iter autorizzativi.

Mancano le altre due richieste…

Sicuramente la prosecuzione del percorso di risanamento dei conti. La Regione viene da stagioni di grande indebitamento, che ha costretto la politica a tenere alte le tasse sulle imprese. Se invece i conti sono in ordine allora è possibile concedere qualcosa all’industria. E poi ci sono le infrastrutture.

Già, le infrastrutture…

Sì, ci sono molte opere, viarie e non, come per esempio la tratta Roma-Latina. Questa Regione, ma anche Roma ha un gran bisogno di infrastrutture. Anche quelle immateriali.

Parla della banda larga Camilli?

Certo, la banda larga che manca in molte zone. Senza di essa non è possibile immaginare sviluppo e crescita.

Molte aziende hanno delocalizzato negli ultimi mesi…

Bisogna sempre distinguere da situazione a situazione. Ma certo la permanenza delle imprese in una determinata area è legata alle condizioni economiche e infrastrutturale. Se si pagano tasse eque e c’è infrastruttura allora è un ambiente naturale per chi fa impresa. Ma se manca tutto questo…

E il credito?

Altro tema fondamentale. Una quota importante di aziende, soprattutto pmi, è in mezzo al guado proprio per la mancanza di credito. Il rilancio della Regione e della sua impresa passa anche da lì. Penso che alla fine la Regione abbia i numeri per fare ancora meglio…ma bisogna lavorare e collaborare.

Ecco la collaborazione…coi Cinque Stelle non è il massimo.

In effetti. Con la Regione c’è stata forse più sintonia, col Campidoglio è un po’ complicato.

 

 

 

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