Caro carburanti: i benzinai scioperano il 25 e il 26 gennaio

Non si placano le polemiche sul caro carburante, dopo che il governo ha cancellato, a partire dal primo gennaio, la misura del taglio delle accise su benzina, diesel, gpl e le agevolazioni sul metano auto

Non si placano le polemiche sul caro carburante, dopo che il governo ha cancellato, a partire dal primo gennaio, la misura del taglio delle accise su benzina, diesel, gpl e le agevolazioni sul metano auto. Le sigle Faib, Fegica e Figisc/Anisa hanno proclamato uno sciopero nazionale dei gestori degli impianti di carburante per il 25 e il 26 gennaio.

“Mi spiace per lo sciopero” indetto dai benzinai, ha detto la ministra del Turismo Daniela Santanché ai microfoni di “24 Mattino” su Radio24. “Devono esporre il prezzo medio nazionale giornalmente, è una questione di trasparenza”, ha aggiunto riferendosi all’ultimo decreto emanato dal governo. La ministra ha sottolineato che “non c’è alcuna tensione in maggioranza” sul caro carburanti. “Noi abbiamo fatto una scelta politica, con i 10 miliardi delle accise abbiamo finanziato tutta una serie di provvedimenti”, ha detto, ricordando che l’obiettivo del governo è di “eliminare le accise strutturalmente”.

“Durante il governo Monti il prezzo della benzina era di 1,80 euro, con Renzi 1,80 e l’altro ieri era 1.81. Quindi questa narrazione sul prezzo della benzina non è giustificata. Il prezzo è uguale non capisco questa campagna”, ha concluso Santanché.

Ieri la premier Giorgia Meloni ha ribadito che ll governo mira a “un taglio strutturale delle accise”, ma per fare questo serve “rimettere in moto la crescita economica di questa nazione”.

“In questa campagna elettorale non ho promesso che avrei tagliato le accise sulla benzina perché sapevo la situazione che avremmo trovato”, ha aggiunto la presidente del Consiglio precisando che “il taglio delle accise costa mediamente un miliardo al mese, dieci miliardi all’anno, e, se lo avessimo fatto, non avremmo potuto procedere con il taglio del costo del lavoro, con l’aumento dell’assegno unico e con altre misure a sostegno di persone con un salario basso, delle famiglie, di chi non ha un posto di lavoro, di chi non riesce a fare la spesa”.

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