Centrale del Latte, Parmalat e Campidoglio allo scontro finale?

A maggio l'udienza per la titolarità delle azioni. Il gruppo alimentare rivendica il suo 75% toltogli dai giudici

Possibili grandi manovre in vista per la Centrale del Latte di Roma. La società, ad oggi controllata dalla Parmalat ma partecipata dal Campidoglio con una quota del 6,7%, potrebbe andare incontro a un cambio della propria compagine azionaria, con conseguente ricambio al vertice.

Centrale del Latte è infatti da anni oggetto di contenzioso tra la Parmalat, cui fu venduta dalla Cirio di Sergio Cragnotti nel 1998 e il Campidoglio. Come rivelato a Il Sole 24 Ore, dall’assessore alle Partecipate di Roma Capitale, Alessandro Gennaro, il 18 maggio è fissata l’udienza per sciogliere il nodo sulla titolarità del pacchetto azionario del 75% che, in forza di pronunce giurisdizionali (Tar del Lazio nel 2007, Consiglio di Stato nel 2012 e Tribunale civile di Roma nel 2013) è stato riassegnato al Campidoglio. Il quale, stando all’elenco delle partecipazioni ufficiale, detiene ad oggi una quota del 6,7%.

Questo perchè Parmalat, oggi gruppo Lactalis dopo il crack del 2004, si è sempre rifiutata di restituire la quota alla giunta capitolina, presentando causa davanti alla Corte di appello. Fissata inizialmente per lo scorso ottobre, l’udienza è stata rinviata su richiesta di Roma Capitale, in virtù della possibilità di pervenire a un componimento bonario. Quella dell’accordo transattivo è una strada caldeggiata a più riprese dalla giunta capitolina che nel 2015, per escludere la presenza di eventuali elementi confliggenti con l’accettazione della proposta Parmalat, ha pubblicato su due importanti quotidiani economici un avviso (andato deserto) per sondare il mercato in merito alla vendita del 75%. Tra i 25 e i 34 milioni la valutazione effettuata nel 2013 dalla Ernst & Young sul maxi-pacchetto, superata di qualche migliaio di euro (dovuta a tre ulteriori esercizi in utile) da una seconda perizia del 2016, anno in cui la Centrale del Latte ha conseguito un utile netto di 5,1 milioni, con ricavi per 115,2 milioni.

Nata dalla Convenzione tra il Comune di Roma e la Società Italiana di alimentazione, la centrale del latte viene ceduta nel 1998, nonostante il referendum sulla privatizzazione, alla Cirio di Sergio Cragnotti, che a sua volta, per bancarotta, a solo un anno dall’acquisto, si trovò costretto nel 1999 a cedere il gruppo Cirio alla Parmalat di Callisto Tanzi. Il 20 marzo 2012 il Consiglio di Stato sentenzia che la vendita di 14 anni prima della Centrale ai privati era nulla e che quindi il proprietario legittimo restava il comune di Roma. Il comune avrebbe dovuto far valere il diritto di proprietà all’assemblea degli azionisti riunita nel maggio 2012 per l’approvazione del bilancio. Ma il Comune non lo fece e, in assenza di contestazioni, la Centrale rimase a Parmalat che fece valere il suo 75%. Se il Comune rientrerà a pieno titolo della quota, con ogni probabilità la cederà a terzi, visto che la Centrale rientra nell’elenco delle partecipate oggetto della riforma di Massimo Colomban.

Ma oltre alla questione del capitale, un’altra partita è quella per il rinnovo della governance (qui sotto l’elenco dei consiglieri). Quest’anno scade infatti l’intero board, presidente e ad compreso.

Giovanni POMELLA Presidente e Amministratore Delegato Membro non di nomina capitolina 2018
Maurizio BASSANI Consigliere Membro non di nomina capitolina 2018
Pierluigi BONAVITA Consigliere Membro non di nomina capitolina 2018
Aldo MOLINARI Consigliere Membro non di nomina capitolina 2018
Luigino LUPI Consigliere Membro non di nomina capitolina 2018
Fabio GENITRINI Consigliere Membro non di nomina capitolina 2018
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