Delibera commercio: il Campidoglio fa dietrofront, stop a nuove licenze nel centro storico fino al 31 dicembre

La maggioranza di centrosinistra ha deciso di andare in proroga sul blocco delle licenze e di aggiornarsi tra sei mesi, per vagliare gli indici di saturazione delle attività alimentari rione per rione, quartiere per quartiere, e bloccare le nuove aperture soltanto dove c'è un congestionamento

Stop a nuove licenze di laboratorio artigianale nel centro storico di Roma fino al 31 dicembre prossimo. Si chiude così il lungo braccio di ferro tra amministrazione comunale e comitati cittadini contrari alla delibera sul commercio a firma di Andrea Alemanni del Pd.

La maggioranza di centrosinistra ha deciso di andare in proroga sul blocco delle licenze e di aggiornarsi tra sei mesi, per vagliare gli indici di saturazione delle attività alimentari rione per rione, quartiere per quartiere, e bloccare le nuove aperture soltanto dove c’è un congestionamento.

Un lavoro che richiederà un aggiornamento dello studio del 2022, secondo il quale il valore medio della presenza dei laboratori artigianali è calato del 37 per cento ma resta una presenza eccessiva di esercizi commerciali alimentari in alcuni rioni: Monti, Trevi, Parione, Esquilino e Castro Pretorio.

Ad annunciare il cambio di passo in aula Giulio Cesare – dopo cinque ore di riunioni a Palazzo Senatorio – è stato Alemanni, presidente della commissione Commercio di Roma. Alemanni ha difeso l’impianto generale della delibera ma ha anche fatto sapere di aver accordato la presentazione di un subemendamento perché si prendesse tempo, fino al primo gennaio prossimo dunque, per valutare una gestione della materia zona per zona. “Subemenderò l’emendamento che attiene alla norma transitoria in modo tale che il divieto di aperture per i minimarket, gli esercizi di vicinato, permanga anche per i laboratori artigianali fino al 31 dicembre, ferme restando le prescrizioni sui trasferimenti che sono la vera rivoluzione di questa delibera e ferme restando le prescrizioni per il consumo sul posto”, ha detto Alemanni. In tutto dalla maggioranza sono arrivati 12 emendamenti al testo iniziale più il subemendamento. Gli emendamenti sono stati votati a batteria.

La modifica principale al testo originario resta quella contenuta nel subemendamento e che di fatto proroga per altri sei mesi, fino al 31 dicembre prossimo, il divieto di nuove aperture di laboratori artigianali nel centro storico. I residenti avevano contestato un possibile proliferare di pizzerie a taglio e paninoteche con l’apertura di nuovi laboratori artigianali. Per i trasferimenti restano confermate le restrizioni previste nel testo originale. I titolari di una licenza che vogliamo spostarsi verso il centro dovranno trasferirsi in un locale di almeno 100 metri quadri se l’autorizzazione è di vicinato alimentare, e in uno spazio di almeno 80 metri quadrati se è un laboratorio artigianale: in entrambi i casi bisogna garantire un bagno per i clienti se si effettua il consumo sul posto.

E se la proroga ha intercettato il consenso delle opposizioni, in particolare Azione e Movimento 5 stelle che hanno votato favorevolmente, non esultano le associazioni di categoria. Per Fabrizio Russo della Confcommercio Centro Roma: “L’atto rappresenta solo un piccolo passo verso la regolamentazione di un settore che secondo noi necessità di ulteriori interventi normativi. Avevamo chiesto maggiori restrizioni e divieti soprattutto per la vendita di alcoolici e super alcolici” ma “apprendiamo con favore che è stata accolta la nostra proposta di estendere il divieto di nuove aperture anche per le attività artigianali alimentari, seppur fino al 31 dicembre 2023”. Per Andrea Rotondo della Confartigianato di Roma: “L’Assemblea capitolina è capitolata di fronte alle pressioni delle associazioni dei residenti. La scelta di continuare il blocco delle attività nei fatti congelerà la situazione esistente caratterizzata da assoluta mancanza di decoro. Anziché scegliere la strada della qualificazione del sistema delle imprese nel centro storico, si sceglie di mantenere quella che gli stessi consiglieri hanno definito una situazione indecorosa”.

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