“Il principio delle scuole al centro dei quartieri e delle nostre comunita’ locali, ci parla di quella citta’ dei 15 minuti, che e’ un’istanza di trasformazione del modo di curare e sviluppare la nostra citta’. La citta’ dei 15 minuti gia’ esiste nei progetti Pnrr che abbiamo approvato che prevedono servizi educativi dove mancano, oltre a un’opera straordinaria di manutenzione dell’edilizia scolastica per cui abbiamo previsto uno stanziamento di 25mln per municipio”. Lo ha detto l’assessore capitolino al Decentramento e Citta’ dei 15 minuti Andrea Catarci al convengo in Campidoglio ‘Roma scuola aperta’, organizzato dal suo assessorato insieme all’assessora alla Scuola Claudia Pratelli, con la partecipazione del ministro all’Istruzione Patrizio Bianchi e dell’Ufficio scolastico regionale.
“La citta’ dei 15 minuti sara’ molto meno disuguale- ha aggiunto- Ora a Roma c’e’ un livello di disuguaglianza spaventoso, dai valori reddituali alle opportunita’ educative. Basti pensare che il quartiere piu’ ricco, Parioli, e’ otto volte piu’ istruito di quello in cui l’istruzione e’ piu’ carente, Tor Cervara. Abbiamo pensato di supportare i municipi con dieci nuovi Patti educativi di comunita’, con lo strumento dell’apertura pomeridiana come anticorpo alla dispersione e all’abbandono”.
“Nei prossimi mesi accompagneremo la nascita di questi Patti in dieci quartieri in condizione di difficolta’ – ha annunciato Catarci – : San Basilio, Centocelle, Tor Bella Monaca, Romanina, Marconi, Spinaceto, Ostia, Montespaccato, Quartaccio e Labaro. Con sperimentazioni intrecciate che faremo insieme all’assessorato alla Scuola, vogliamo metterla al centro del nostro progetto della citta’ dei 15 minuti, per ricucire i tanti strappi territoriali e le troppe disuguaglianze che in questa citta’ si sono accentuate da decenni”, ha concluso.
“Secondo gli ultimi dati del 2021, nella Citta’ metropolitana di Roma la dispersione si attesta al 10,7%, mentre la percentuale di neet nel Lazio raggiunge Il 22,4%. A questo si aggiungono gli effetti devastanti della pandemia, che devono essere ancora pienamente valutati. Ma e’ gia’ evidente il livello di sofferenza sociale e psicologica che hanno prodotto”, ha detto l’assessora capitolina alla Scuola Claudia Pratelli. “La scuola e’ una palestra di uguaglianza, vogliamo aprirla per portarla in tutta la citta’- ha aggiunto Pratelli- Per questo abbiamo dato un piccolo contributo alle scuole per favorire l’apertura pomeridiana. E’ solo un primo passo di un percorso molto piu’ ampio per raggiungere i nostri obiettivi: ricucire un legame di comunita’, pareggiare le opportunita’ e aprire una fase di ricerca educativa e pedagogica. Da questa riflessione viene l’idea di aprire le scuole come presidi educativi del territorio, capaci di contaminare le politiche urbane. Vogiamo aprire le scuole alla citta’ e viceversa, perche’ siamo convinti che la scuola, in quanto palestra d’uguaglianza, puo’ contagiare il modo in cui la citta’ pensa se stessa”.