Non son più le elezioni di una volta! Questa campagna elettorale è tutta una novità. Aumentano a vista d’occhio i simboli e i partiti e crollano in modo inversamente proporzionale le affissioni.
Ci ricordiamo tutti quelle belle file di “pannelli” cariche fino all’inverosimile di “faccioni in posa studiata” accompagnate dal simbolo del partito e dallo slogan scelto per l’occasione. Poco degni di credibilità politica, forse, ma onestamente raffazzonati e divertenti! A che bei tempi!
Per queste elezioni ’18, invece, la storia è cambiata completamente e in modo del tutto inatteso. “Plance” vuote, inutilizzate, logorate da tante passate affissioni e deteriorate dalle vecchie colle e dalla ruggine. Quasi una vendetta per gli orrori/errori che hanno dovuto a lungo reggere elezione dopo elezione. Roma sembra spoglia in questi giorni prelettorali sferzata com’è anche dal freddo e dalla neve e senza reggente (la Raggi, soccorsa da impegni vitali è in Messico).
I tabelloni sono stati preparati per tempo ma, guarda caso, le assegnazioni sono arrivate con grande ritardo. Tant’è che le file, per quanto assegnate, non hanno potuto essere debitamente addobbate. Si, perché, non è che un partito/candidato si sceglie le plance e ci mette il faccione. No. Esistono regole ben precise che vanno rispettate. Ad ognuno il suo pannello. Il resto è anarchia e abuso bello e buono. Ma per questa tornata elettorale, più importante di tante altre, per l’ok i vertici hanno calcolato male i tempi effettivi e “legali”. E allora chi ha avuto più fegato, faccia tosta e coraggio si è preso i posti migliori e ancora liberi. Così se vediamo “postazioni” sovraffollate, con un manifesto sopra l’altro, dobbiamo sapere che non è un errore ma una studiata violazione delle assegnazioni. Capita poi che, in una sola notte, i partiti antagonisti cerchino di annullarsi uno sull’altro. E così, complici il buio e la colla, la destra offusca la sinistra e viceversa, fino alle più casuali e improbabili larghissime intese.
Ma, anche l’osservazione del carattere e dell’uso delle affissioni ci aiuta nell’esame della metamorfosi del linguaggio politico. Sono diminuiti gli schieramenti che ricalcano i vecchi sistemi pubblicitari. Il più fedele alle tradizioni si sta dimostrando tutto il centrodestra. La sinistra tradizionale o innovativa, vuoi per sconforto vuoi per carenza di faccioni, è pochissimo presente. Praticamente inesistente il movimento M5s, vuoi per cieca fiducia in una straripante vittoria, vuoi perché votato all’alta tecnologia preferisce affidare messaggi e messaggeri alla forza della rete.
Quindi, anche sul campo comunicativo/visivo di massa le divergenze appaiono sempre più marcate e questo non fa che aggravare negli italiani la confusione e il divario socio culturale già, di per sé abbastanza profondo.