Elezioni regionali: D’Amato resta solo e guarda al Parlamento

Mentre il governatore Nicola Zingaretti cerca di tenere insieme le fila del campo largo composto da Pd, M5s e Azione, anche in vista delle prossime elezioni regionali, l'assessore alla Sanità uscente sconta il cambio di passo da parte di Azione di Carlo Calenda che gli aveva assicurato l'appoggio

Rimasto solo ora guarda al Parlamento: è l’assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D’Amato. Mentre si consuma il tentativo del governatore Nicola Zingaretti di tenere insieme il campo largo composto da Pd, M5s e Azione, anche in vista delle prossime elezioni regionali, D’Amato – primo a farsi avanti per le primarie del centrosinistra – adesso sconta l’isolamento determinato dalle scelte del partito di Carlo Calenda, il quale non assicura la sua presenza in coalizione dopo le eventuali dimissioni di Zingaretti in caso di elezione al Senato.

Solo un paio di mesi fa, con la prospettiva delle elezioni regionali previste per marzo 2023, Alessio D’Amato aveva battuto tutti sul tempo, avanzando la sua disponibilità per la guida della Regione. Contro di lui si era schierato Daniele Leodori del Pd, vicepresidente uscente e braccio destro di Nicola Zingaretti, che aveva annunciato pubblicamente la sua candidatura, e aveva accennato a un interesse a correre alle primarie – pur non sciogliendo la riserva – della lista civica Zingaretti, Marta Bonafoni di Pop. Insieme a loro, tra i nomi circolati, anche quello di Enrico Gasbarra, già deputato, europarlamentare, vicesindaco di Roma e presidente della Provincia, che avrebbe dovuto mettere tutti d’accordo e far saltare il passaggio dei gazebo.

Proprio quando nel Lazio si iniziavano a scaldare i motori per le elezioni del nuovo governatore però le dimissioni del premier Mario Draghi, arrivate lo scorso 21 luglio hanno aperto nuovi scenari con Zingaretti proiettato verso una candidatura in Parlamento, l’ipotesi di un voto anticipato in Regione – che ora si prospetta per gennaio 2023 – e le dimissioni del governatore che potrebbero arrivare dopo il voto del 25 settembre. Un nuovo governo per il Paese e nuovi equilibri quindi per la futura coalizione di centrosinistra che si candida a governare la Regione Lazio. Per il campo largo elettorale il Movimento 5 stelle ha confermato di esserci: il “laboratorio Lazio” è stato “molto fecondo”, ha già spiegato l’assessora alla Transizione ecologica, Roberta Lombardi del M5s, sottolineando che “sarebbe meglio non andare a disperdere, per una competizione nazionale su cui evidentemente abbiamo una posizione diversa, questo lavoro importante e prezioso”. Anche le altre forze di maggioranza hanno già rotto gli indugi e nel campo largo di centrosinistra per la guida del Lazio è credibile che ci siano: Sinistra civica ecologista di Massimiliano Smeriglio, Europa verde, Pop che con Bonafoni rappresenta anche il gruppo di Roma futura in Campidoglio.

A tirarsi fuori invece potrebbe essere il partito di Carlo Calenda. “Dopo il 20 luglio, e l’indecoroso attacco all’agenda Draghi, è ancora più chiaro che il M5s ha idee e programmi estremamente distanti dai nostri, a partire dal termovalorizzatore”, ha dichiarato in una recente intervista la consigliera di Azione in Regione Lazio, Valentina Grippo, rompendo gli indugi e precisando che nella corsa del centrosinistra in Regione loro non ci saranno. La stessa Azione si sfila anche dalla corsa al governo del Paese se – come ha spiegato oggi Calenda – in coalizione ci saranno anche Sinistra italiana, che nel Lazio ruota nel gruppo di Alternativa comune fondato da Sce, ed Europa verde. Intanto la ritirata messa in campo da Azione in Regione ha costretto D’Amato, che avevo goduto di un appoggio pubblico di Calenda, a doversi allontanare dall’ipotesi della corsa alle regionali. Oggi, a margine di un evento a Roma, a chi gli chiedeva se stesse guardando a una candidatura in Parlamento, D’Amato ha risposto: “Non escluderei nulla. Ovviamente come tutti gli altri sono a disposizione del segretario Letta per quello che si riterrà più utile”. Intanto per le prossime elezioni del 25 settembre nel Lazio i posti aperti alla Camera saranno in tutto 14 per quanto riguarda i seggi uninominali con sistema maggioritario (9 per Lazio 1 e 5 per Lazio 2) e 22 per quanto concerne i seggi proporzionali, secondo i voti presi dalla lista o dalla coalizione (15 per Lazio 1 e 7 per Lazio 2). Per il Senato saranno invece sei i posti per i collegi uninominali e dodici per i proporzionali.

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