Era Comunista: Argan, Petroselli, Vetere

Chi erano i primi sindaci di Roma

ARGAN, IL SINDACO CRITICO D’ARTE

Giulio Carlo Argan è stato il primo sindaco di Roma non democristiano ed è colui che ha aperto l’era comunista al Campidoglio, poi proseguita con Luigi Petroselli ed Ugo Vetere. Un periodo quasi novennale che va dal 9 agosto 1976 al 12 maggio 1985. La metà degli anni ’70 è contrassegnata dall’impetuosa avanzata elettorale del Pci in tutta Italia e nella Capitale.

Argan è un famoso critico d’arte, nato a Torino il 17 maggio 1909. Eletto come indipendente di sinistra nelle liste del Pci, diventa sindaco in seguito alle elezioni comunali del 1976 che portano all’avvento di una giunta di sinistra. Il suo mandato (dal 9 agosto 1976 al 25 settembre del 1979) fu contrassegnato da una particolare attenzione alle tematiche culturali. Si deve a lui, ed al suo assessore alla Cultura, Renato Nicolini, la nascita dell'”Estate romana”, nel corso degli anni diventato un appuntamento fisso, molto apprezzato dai romani, per vari motivi costretti a trascorrere il periodo vacanziero in città, e dai molti turisti che nei mesi estivi visitano la Capitale. Da ricordare altresì che nel suo triennio ai vertici del Campidoglio, Roma visse un periodo molto difficile, contrassegnato da tensioni sociali, fenomeni terroristici e dall’imperversare della criminalità (in particolare la “banda della Magliana”).

Persona cauta e misurata, Argan si impegnò notevolmente nella difesa dell’ambiente e nella riqualificazione storico-urbanistica di Roma. Tra i suoi interventi più significativi quello relativo alla zona dei Fori Imperiali, volto ad impedire che il traffico sempre più intenso potesse danneggiare le vestigia storiche del Foro Romano e degli altri resti della romanità insiti tra il Campidoglio e il Colosseo. Suo lo slogan “O le automobili o i monumenti”, chiaramente prediligendo i secondi rispetto alle prime.

Altra battaglia di rilievo in difesa del patrimonio culturale e paesaggistico della città è stata quella portata avanti – e vinta – per impedire che nell’area di Villa Piccolomini, tra i punti più panoramici di Roma, ubicata a fianco del colle del Gianicolo con un vasto parco che sovrasta dall’alto la Basilica di San Pietro, venisse costruito un albergo a quattro stelle.

Nel corso del suo mandato, inoltre, Argan ha avuto modo di incontrare ben tre pontefici: Paolo VI due volte, nel 1976 e nel 1977, con il quale aveva avuto già dei rapporti durante la seconda guerra mondiale, quando Papa Montini era prelato presso la Segreteria di Stato vaticana.; Giovanni Paolo I nel 1978 e con il suo successore, Giovanni Paolo II, sempre lo stesso anno.

Argan non portò a termine il suo mandato. Si dimise infatti il 27 settembre del 1979 motivando la sua scelta di lasciare la fascia tricolore con le sue precarie condizioni di salute. Gli subentrò quindi Luigi Petroselli, esponente di peso del Pci romano.

LUIGI PETROSELLI, TRA I PIU’ AMATI DEI ROMANI

Le dimissioni di Giulio Carlo Argan per motivi di salute portarono alla carica di sindaco Luigi Petroselli (Viterbo, 1 marzo 1932 – Roma, 7 ottobre 1981), che fino al suo avvento con la fascia tricolore era considerato un semplice funzionario del Pci e che, invece, durante il suo breve esercizio della carica (morì per un infarto mentre partecipava ad una assemblea del suo partito), fu tra i più amati dai romani.

Petroselli iniziò l’attività politica in giovanissima età. A 16 anni già diffondeva “l’Unità”, il giornale del Pci, e si iscrisse al partito di Palmiro Togliatti due anni dopo, interessandosi soprattutto della lotta per l’attuazione della riforma agraria. Questa sua battaglia lo portò a favorire l’occupazione di alcuni terreni incolti nella tenuta dei principi Colonna a Bomarzo, nel viterbese, il che gli costò una condanna a dieci mesi di reclusione.

La prima carica politica fu quella di consigliere comunale di Viterbo (1953) per poi diventare segretario provinciale del partito nel 1962 e restò alla guida della locale Federazione fino al 1970, ma già nel 1969 fu chiamato a Roma per sostituire Enrico Berlinguer, nel frattempo diventato vicesegretario nazionale del Pci, per dirigere il comitato regionale del Lazio.  Comincia allora la sua avventura romana.

Diventato nel 1970 segretario della Federazione comunista della Capitale, Petroselli dedicò una particolare attenzione alle politiche urbanistiche ed alla situazione delle borgate romane, sempre più distanti dal centro cittadino. Si deve anche a lui la designazione di Argan a sindaco e sembrò quasi naturale che fosse lui a subentrargli quando il Primo cittadino si dimise per motivi di salute.

Rispetto al suo predecessore, Petroselli curò molto i rapporti con la cittadinanza cercando di avvicinare sempre di più il Comune e le sue istituzioni alla popolazione.  Questa politica di ascolto si dimostrò pagante. Nelle elezioni comunali del 1981 il sindaco fu confermato nell’incarico raccogliendo  una grande mole di preferenze, ben 130.000 mila.

Petroselli dal Campidoglio proseguì nella sua politica di attenzione verso le periferie puntando al loro risanamento; cercò poi di ridurre il traffico automobilistico privato nel centro cittadino, con le prime pedonalizzazioni festive di via dei Fori Imperiali ed alla salvaguardia delle aree verdi della città. Con l’aiuto di  Antonio Cederna realizzò un progetto di riorganizzazione dell’area archeologica del Foro Romano,  unificando l’area compresa tra Campidoglio e Colosseo. Nel 1980, infine, inaugurò la seconda linea metropolitana (la A) che collegava Via Ottaviano, nel rione Prati, a poca distanza da San Pietro, a Cinecittà.

Comunque Petroselli conobbe ostacoli non solo dall’opposizione, ma in alcuni casi anche del partito socialista, alleato di giunta,  che non condivideva del tutto le iniziative dell’Estate romana. Come detto, fu stroncato da un infarto mentre partecipava ad una assemblea del Pci romano ed alla carica di sindaco fu eletto Ugo Vetere, assessore al Bilancio.

UGO VETERE, HA FIRMATO LA PACE CON CARTAGINE

L’improvvisa e prematura morte di Luigi Petroselli porta, dopo una breve gestione dell’assessore anziano Pierluigi Severi (dal 7 al 15 ottobre 1981), all’elezione a sindaco di Ugo Vetere, un uomo di lungo corso che aveva iniziato la sua attività politica nella sinistra dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, poco più che ventenne. Nato a Reggio Calabria il 23 aprile 1924, ma romano di adozione perché trasferitosi da bambino nella Capitale con la sua famiglia (il padre era ufficiale dell’Esercito), compie qui i suoi studi. Aderì da subito, mentre frequentava ancora l’ultimo anno di liceo,  alla resistenza romana e poi alla guerra di liberazione che lo portò a combattere durante l’avanzata delle truppe alleate verso il Nord Italia.

Tornato nella Capitale, comincia ad operare presso la Cgil; la sua prima carica è quella di segretario provinciale del Pubblico Impiego e poi, nel 1956, quella di segretario nazionale,  molto apprezzato da Giuseppe Di Vittorio. Negli anni sessanta lascia l’attività sindacale per passare a quella più propriamente politica nella Federazione romana del Pci e, nel 1966 viene eletto nel Consiglio comunale e diventa presidente del gruppo comunista in Campidoglio.

Mentre è ancora consigliere comunale, nelle elezioni politiche del 1972 viene eletto deputato nella circoscrizione di Roma, ma Vetere non lascia il Campidoglio e, nel 1976, con la prima giunta di sinistra presieduta da Giulio Carlo Argan, diventa assessore al Bilancio, incarico che mantiene con il suo successore Petroselli. Eletto sindaco,  prosegue la politica intrapresa dalle precedenti giunte di sinistra, in particolare nel risanamento delle borgate e nell’ampliamento delle linee della metropolitana. Attenzione anche all’edilizia scolastica ed agli asili nido. Durante il suo mandato, inoltre, si procede alla creazione della Seconda Università di Roma ed alla costruzione dei primi centri per anziani.

Notizia curiosa, nel febbraio del 1985, in veste di sindaco di Roma, firmò con l’allora primo cittadino di Cartagine, Chedly Klibi, una “pace” simbolica che dopo quasi duemila anni poneva fine alla lunga guerra tra le due città.

Con Vetere  termina l’era comunista al Campidoglio. Nelle elezioni comunali del 1985, il 12 e 13 maggio, si registra la sconfitta del Pci ed il ritorno del centrosinistra alla guida di Roma, con una giunta pentapartito (DC, Psi, Psdi, Pri e Pli). La Democrazia Cristiana torna infatti ad essere il primo partito della Capitale ottenendo il 33,1% dei voti contro il 30,8% del Partito comunista.

Non finisce con l’esperienza di sindaco l’attività politica di Vetere. Due anni dopo aver lasciato il Campidoglio viene eletto, nelle elezioni del 14 giugno 1987, senatore della X legislatura repubblicana. Vetere si è spento il 2 aprile 2013, all’età di 88 anni, dopo una lunga malattia.

 

 

 

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