Federlazio, per le pmi è l’ora della cautela

Dopo un 2023 all'insegna del moderato ottimismo, le imprese del Lazio si rivelano più prudenti in questo primo scampolo di 2024. Tagliavanti: direzione giusta

Le imprese del Lazio ci sono. Gran parte delle piccole e medie aziende sono riuscite nel 2023 a ottenere risultati positivi in linea e leggermente superiori a quelli realizzati nel 2022. Gli andamenti di questi primi mesi del 2024 inducono, invece, a previsioni di cautela, tanto che le aziende puntano soprattutto a mantenere gli stessi livelli di attività e ricavi dello scorso anno: è quanto emerge dalla consueta indagine periodica presso le pmi del Lazio svolta dalla Federlazio, che da alcuni decenni analizza e rileva in maniera costante le capacità e le necessità delle aziende nell’affrontare le sfide e ottenere risultati di crescita e presentata al Tempio di Adriano, alla presenza, tra gli altri, del presidente della Camera di commercio di Roma, Lorenzo Tagliavanti.

Tale lavoro, svolto, tra febbraio e aprile di quest’anno, sostenuto proprio dal contributo della Camera di Commercio di Roma, è stato realizzato, in particolare, per verificare se e in quale misura si stia consolidando una stagione di rilancio e rinnovamento del sistema imprenditoriale del nostro territorio e per individuare i bisogni e le necessità delle pmi nel loro percorso di sviluppo. L’indagine è stata condotta mediante questionario on-line rivolto a un campione di 500 imprese. Il report si riferisce agli andamenti dell’intero arco dell’anno 2023 e alle previsioni riguardanti il 2024.

Ebbene, secondo quanto emerso dalla ricerca, gran parte delle aziende sono riuscite nel 2023 a ottenere risultati positivi in linea e leggermente superiori a quelli realizzati nel 2022. Gli andamenti di questi primi mesi del 2024 inducono, invece, a previsioni di cautela, tanto che le aziende puntano soprattutto a mantenere gli stessi livelli di attività e ricavi dello scorso anno. I risultati ottenuti nel 2023 – si legge in una sintesi dello studio – hanno reso evidente la solidità del tessuto imprenditoriale della nostra regione, tessuto che, nel complesso, è uscito rafforzato grazie alla propria capacità di reazione e innovazione messa in campo per uscire dalla crisi causata dapprima dalla Pandemia e, successivamente, per affrontare gli ulteriori fattori di turbolenza che si sono verificati nei tre anni appena trascorsi.

Già nel 2022 le performance positive realizzate dall’insieme delle PMI del Lazio avevano addirittura sorpreso chi temeva un impatto depressivo causato dagli eventi bellici in Ucraina, dall’incremento eccezionale dei costi dell’energia e dalle criticità emergenti nel reperimento di materie prime e semilavorati. La fase in cui ci troviamo – si legge ancora – è caratterizzata da un lato da una notevole capacità di resistenza che consente di mantenere molte imprese in condizioni di stabilità e, dall’altro, dalla presenza di fattori di rischio che tendono ad acuirsi e che fanno insorgere timori e sentimenti di cautela e di preoccupazione rispetto a quanto si potrà realizzare nel prossimo futuro. In particolare, i timori si concentrano soprattutto sull’andamento del mercato privato interno e internazionale, mentre è diffusa una certa fiducia riguardo alle commesse pubbliche e alle ricadute derivanti dai numerosi progetti attivati e da attivare (PNRR e Giubileo 2025).

“Le imprese del Lazio stanno andando nella direzione giusta. Siamo moderatamente ottimisti, abbiamo buoni giocatori, ma non sappiamo quale partita dobbiamo giocare perché la geopolitica ogni giorno ci dà una brutta notizie e siamo dipendenti dalle materie prime ma possiamo puntare su tante imprese che hanno una visione adatta alla fase”, ha detto il presidente della Camera di Commercio di Roma, Lorenzo Tagliavanti.  “Questo moderato ottimismo nasce da quello che le pmi del Lazio ci hanno detto: stanno investendo in formazione e ricerca, quello che ci serve in un mondo così complicato. Ci servono nuove competenze, anche se restano ancora quadri negativi come l’alto tasso di inflazione, il reddito delle famiglie che non cresce e la produttività delle nostre aziende che stenta”.

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