Senza un modo sicuro ed affidabile per spostarsi, una parte del quadrante a nord di Roma rischia di spopolarsi, con i ragazzi che cambiano scuola, i turisti che latitano e la “morte” – metaforica ma neanche troppo – di paesi e centri abitati. Conviene partire da questo monito drammatico, lanciato dal Comitato pendolari Ferrovia Roma Nord tramite Radiocolonna, per immaginare la situazione che si sta vivendo sulla ferrovia che collega Roma con la Tuscia. Una situazione di grande difficoltà che ha portato tanti utenti della Roma-Civita Castellana-Viterbo a scendere in piazza e a prendere iniziative per sollecitare la politica e sensibilizzare l’opinione pubblica sullo stato della ferrovia. Il 24 novembre tanti pendolari della Roma-Viterbo e della Roma-Lido – armati di tanta buona volontà e di tantissima indignazione – hanno partecipato ad un sit-it sotto la sede di Cotral, gestore assieme ad Astral delle due ferrovie ex-concesse- Storie diverse e tracciati differenti ma uniti dallo stesso problema di fondo: vedere una luce in fondo al tunnel che consenta di vedere il futuro con un minimo di ottimismo.
Il comitato pendolari ha organizzato un’altra manifestazione, stavolta prevista per martedì 19 dicembre alle ore 16,00 a Piazza del Popolo. Una protesta a oltranza che testimonia la grande tenacia da parte di cittadini che chiedono ‘solo’ (ma a Roma è un eufemismo) di arrivare a lavoro o a scuola in tempo.
“A novembre abbiamo organizzato una petizione sia cartacea che online raccogliendo 5000 firme cartacee e 2000 elettroniche. Questo grande lavoro serve a sensibilizzare sia cittadini che i sindaci dei paesi interessati dalla tratta per salvare la Roma Nord, soprattutto la sua parte extraurbana. Sappiamo che la Regione Lazio sta intervenendo in questa parte per sistemare alcuni passaggi a livello pericolosi ma non basta, visto che la macchina manutentiva stenta a partire. Le gare vengono aggiudicate e non partono mai, come testimonia il celebre raddoppio di 5 km della tratta tra Riano e Morlupo: aggiudicata nel 2020 e lavori ancora non partiti. Una vergogna – spiega a Radiocolonna Fabrizio Bonanni, presidente del comitato – nel 2023 abbiamo avuto oltre 7000 corse soppresse e una valanga di scioperi. Impossibile andare avanti così. In questo mese scenderemo in piazza a Flaminio e andremo in Regione Lazio a consegnare le firme delle petizioni”.