Giammaria: credito ancora difficile per le pmi

Per il vicepresidente della Camera di commercio di Roma “la mancanza di prestiti è il vero problema della nostra economia. Oggi 4 imprese su 10 si sentono rifiutare un finanziamento in banca. Il 2017? Sarà ancora dura”.

No, la tempesta non è superata. Anzi, la nave Lazio balla ancora parecchio. Valter Giammaria, vicepresidente della Camera di commercio di Roma è abbastanza schietto quando gli si chiede nient’altro che la verità sulla situazione del credito alle imprese. Della serie, se la Banca d’Italia nel suo ultimo bollettino dedicato all’economia laziale parla di condizioni di accesso migliorate per le aziende e di calo dei prestiti “meno intenso”, per gli imprenditori le cose stanno davvero così?

Giammaria me lo dica lei, come stanno davvero le cose?

Lo vuole davvero sapere? Non tanto bene, soprattutto per le piccole e medie imprese per le quali la concessione di finanziamenti rimane ancora molto complicata.

Ma Bankitalia parla di condizioni più favorevoli…

Forse per le aziende medie e grandi. Ma non certo per le Pmi. Un dato vale più di mille parole. Oggi il 40% delle piccole e medie imprese si sente rifiutare un prestito in banca.

Verrebbe da dire che siamo ancora in mezzo al guado…

E in effetti è proprio così. La mancanza di credito blocca la crescita, perché per le imprese si tratta della prima fonte di finanziamento. Risultato, ripresa bloccata e Pmi che chiudono.

Qualche tempo fa avete organizzato un evento da cui è emerso che il primo problema delle imprese è il credito. È così?

Certo che lo è. Molto più di tasse e innovazione. La priorità che ci hanno indicato le nostre imprese è proprio il finanziamento. Senza di esso non c’è investimento né tantomeno sviluppo.

Come lo vede il 2017?

Non mi illudo, sarà dura anche quest’anno

Qualcuno ha fatto notare che con la rottamazione delle cartelle Equitalia si sia voluto aiutare le imprese…

Noi abbiamo sempre detto che il pagamento in cinque rate del debito rappresentava una condizione troppo stringente, non in grado di garantire agli imprenditori l’ossigeno necessario a provare a pianificare un po’ di futuro, investendo le poche risorse a disposizione e rimettendo in moto la capacità di spesa. Per questo abbiamo sempre proposto un maggior numero di rate, per dilazionare ancora di più il pagamento. Ma non ci hanno ascoltato.

 

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