Giubileo: a piazza San Giovanni cambiano fontane raso terra, cantiere chiude a metà dicembre – VIDEO e FOTOGALLERY

I cosiddetti 12 specchi d'acqua anziché a getto saranno a nebulizzazione

Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri nel cantiere in Piazza San Giovanni.

Cambiano le fontane raso terra, i cosiddetti 12 specchi d’acqua, che anziché a getto saranno a nebulizzazione: è questa la principale modifica progettuale che riguarda la riqualificazione di piazza San Giovanni, dopo i ritrovamenti archeologici.

 

A centocinquanta giorni dall’apertura della Porta Santa la piazza, centro civico e religioso della città moderna e antica, si mostra come un enorme scavo archeologico a cielo aperto, dove si possono attraversare secoli di storia. E non è mancata la preoccupazione del Vaticano.

Durante il sopralluogo di oggi, monsignor Rino Fisichella infatti ha detto agli addetti ai lavori e agli esperti della Soprintendenza: “Siamo a 150 giorni dal Giubileo, e questa non è una piazza secondaria. Poi ne parleremo con il sindaco ma va terminata”. Tuttavia subito sono arrivate le rassicurazioni. “Il cantiere si chiuderà entro la metà di dicembre, siamo nei tempi previsti”, ha detto il sindaco, Roberto Gualtieri. E monsignor Fisichella ha quindi precisato: “Sono convinto che lo spirito di collaborazione tra Governo, Comune e Soprintendenza che ci ha animato fino adesso continuerà in maniera ancora più entusiasta”.

I lavori, con gli scavi che per la prima volta in epoca recente sono andati oltre i 50 centimetri sotto terra, per consentire la realizzazione di due vasche sotterranee, hanno restituito un patrimonio storico artistico che va dal Medioevo all’età imperiale. Il rinvenimento principale riguarda le strutture murarie databili tra l’VIII e il XIII secolo, forse riconducibili al “Patriarchio”, mura che nel corso dei secoli vennero demolite e interrate.

Costruito per volere di Costantino nel IV secolo dopo Cristo al posto della caserma degli Equites Singulares, la guardia a cavallo dell’imperatore che si era schierata con Massenzio, il Patriarchio consisteva inizialmente in una basilica monumentale, ma durante il Medioevo venne più volte ingrandito e ristrutturato e divenne la sede papale fino al trasferimento della sede ufficiale del pontefice ad Avignone nel 1305. Inoltre è emerso un tratto di struttura muraria in opera listata, databile tra il IV e il VII secolo. L’insieme delle scoperte venute alla luce – hanno fatto sapere dalla Soprintendenza di Stato per Roma – a piazza San Giovanni restituisce uno spaccato della vita e dello sviluppo di questa area, fino alla sistemazione voluta da Sisto V nel XVI secolo.

Adesso i reperti saranno re-interrati, anche se gli archeologi avrebbero voluto proseguire con gli scavi per altri sei mesi poiché si ipotizza un collegamento sotterraneo con affreschi antichissimi, tra cui uno di Sant’Agostino, custodito e visibile poco distante, sulla destra della piazza. Non si esclude però dopo l’Anno Santo di immaginare la musealizzazione in loco. Intanto grazie alla analisi e allo studio dei rinvenimenti e dei reperti raccolti, come monete, metalli, maioliche, ceramiche, arriveranno ulteriori informazioni sulla storia della città, sarà realizzata una ricostruzione in 3D.

I reperti saranno protetti con geotessuto e con 20 centimetri di materiale inerte per segnalare la presenza di strutture e infine ricoperti, non essendo stata ravvisata la necessità di spostarli. Le due vasche da realizzare sotto la superficie della piazza invece “servono: la prima per le fontane e la seconda come vasca di laminazione per le acque reflue”, ha spiegato l’assessora ai Lavori pubblici di Roma, Ornella Segnalini. Rispetto alla previsione iniziale saranno più piccole e per questo il getto d’acqua a fontana è stato rimodulato con una nebulizzazione. L’importo dei lavori, a quanto si apprende dall’assessorato, resta invariato.

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