Giubileo, Ciucci (Ance Roma-Acer): “Rimbocchiamoci le maniche e avanti con i cantieri”

Il presidente dei costruttori romani: “Roma potrebbe attrarre molti investimenti, sia pubblici che privati ma servono norme chiare”

Semplificazione delle norme, tempi certi e flessibilità nei cambi di destinazione d’uso: lo chiedono a gran voce i costruttori romani che lo scorso 23 novembre hanno tenuto un’audizione in commissione urbanistica chiedendo una proposta di modifica alle norme tecniche attuative del piano regolatore (Prg) della Capitale per renderlo uno strumento “più moderno e flessibile, rispondente alle esigenze della città di oggi, ma soprattutto di domani”.

“Roma in questo momento potrebbe attrarre molti investimenti, sia pubblici che privati, le potenzialità sono tantissime, ma sono frenate dall’inefficienza della macchina amministrativa della Capitale –  spiega a Radiocolonna il presidente dei costruttori romani, Antonio Ciucci – Avere norme chiare è fondamentale e lo è altrettanto avere una struttura amministrativa capillare ed efficiente”.

Negli ultimi anni Roma Capitale ha perso circa 2mila posti di lavoro e il numero di dirigenti è stato dimezzato: nel 2011 erano 238, oggi solo 128.

“La debolezza della macchina pubblica si traduce in rischio amministrativo che mette in pericolo non solo gli investimenti privati, ma anche quelli pubblici – sottolinea il presidente – Chi vuole investire su Roma ha bisogno di certezze su tempi e norme”.

In tal senso “bene il protocollo di intesa firmato in Campidoglio”, dal sindaco di Roma e commissario straordinario del Giubileo 2025, Roberto Gualtieri con le associazioni datoriali del settore edile (Ance Roma – ACER, Cna e Confapi) e sindacati di categoria (Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil di Roma e del Lazio, ),  lo scorso 1 dicembre per i lavori da 2,8 miliardi legati al Giubileo del 2025 a Roma. Tra i punti qualificanti: cantieri attivi h24 e 7 giorni su 7 “nel pieno rispetto dei contratti di categoria e della legalità del lavoro, con il divieto del subappalto ‘a cascata’”.

“Mi sento promotore di questo protocollo – spiega il numero uno dei costruttori romani – Quando a giugno si firmò un simile documento in Prefettura, un protocollo standard mi permisi di dire che mal si tagliava sulle opere giubilari e che fosse più adatto alle grandi opere. Ma il Giubileo ha tante opere, più piccole e tutti quegli adempimenti potevano rallentare in fase di esecuzione”. Per Ciucci: “I principi del fare presto e bene dovevano essere declinati in maniera più attenta”. E proprio da questa premessa si è mossa un’interlocuzione che ora meglio li declina. “La centralità del protocollo è nel rimarcare che il nostro contratto collettivo dell’edilizia – ha aggiunto – è centrale nel realizzare le opere” concludendo che “qualità dei lavori, sicurezza e legalità devono essere il basamento e sottolinearlo ogni volta è per noi fondamentale. Ora, non ci resta che rimboccarci le maniche e andare in cantiere”.

Il numero di cantieri aperti nella Capitale è, infatti, rilevantissimo, “è inevitabile che avranno un impatto sulla città, è sotto gli occhi di tutti: i disagi ci sono e ci saranno, ma i lavori vanno fatti – conclude Ciucci – Non dobbiamo titubare sulle opere che saranno fatte”.

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