Giustizia tributaria: il 24 settembre le elezioni per il Consiglio di presidenza

A Radiocolonna il punto di vista dei giudici non togati della giustizia tributaria, gli avvocati Doriana Chianese e Pietro Vincenzo Faranda, ad un anno dall’approvazione della Legge di riforma n.130/2022

Le elezioni per il rinnovo del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria, organo di autogoverno dei giudici tributari, si svolgeranno il 24 settembre 2023. Radiocolonna ha ascoltato il punto di vista dei giudici non togati della giustizia tributaria ad un anno dall’approvazione della Legge di riforma n.130/2022.

Si voterà in tutta Italia, dalle 9 alle 21 presso le sedi delle Corti di giustizia tributaria. Da eleggere sono 11 persone, i candidati sono 24 di cui 14 magistrati, 6 commercialisti, 3 avvocati, 1 dipendente.

“ Essere presenti alla prossima consiliatura questa volta è strategico per poter portare avanti le istanze dei giudici non togati – spiegano gli avvocati Doriana Chianese e Pietro Vincenzo Faranda,  candidati alle prossime elezioni quale componente laica della giustizia tributaria – visto che quanto stabilito con legge n.130/2022 in merito alla transizione in via esclusiva alla giurisdizione tributaria , è stata mal regolamentata e non ha raggiunto l’obiettivo prefissato, ovvero l’ingresso di 100 giudici”.

A seguito delle risorse del PNRR, si è voluto finalmente mettere mano ad una riforma organica della giustizia tributaria, però, la riforma prevede che, i professionisti quali avvocati, commercialisti e dipendenti della P.A. per poter accedere alla professionalizzazione, dovranno sostenere un concorso con riserva di una quota del 30%.

Avvocato Pietro Vincenzo Faranda
Avvocato Pietro Vincenzo Faranda

“Ciò significa che i giudici laici – spiegano i due avvocati –  con 30 anni di veneranda attività presso la giurisdizione tributaria, per l’attuale legge non possono optare per la professionalizzazione e ad oltre 50 anni di età dovrebbero fare un concorso ad esami e non titoli per poter svolgere in via esclusiva la funzione di giudice tributario.

La incongruenza della legge è che non ha tenuto conto del fatto che finora non si sono avute distinzioni tra togati e non  tutti noi abbiamo firmato sentenze che hanno definito contenziosi tra l’Agenzia delle entrate, gli enti locali , le dogane ed i contribuenti.

Con questa legge invece,  improvvisamente, coloro che volessero optare per la professionalizzazione e lasciare l’attività di liberi professionisti, dovrebbero sostenere un concorso insieme ai giovani laureati che iniziano ora la loro carriera lavorativa ed esperienziali, senza tener conto delle migliaia di sentenze firmate.

E’ evidente – sottolineano i candidati – che dei correttivi alla norma debbano essere portati, anche perché, la previsione stabilita dell’accesso diretto di 100 giudici tra i togati alla giurisdizione tributaria, ha sortito un effetto catastrofico, visto che la scelta dell’opzione di lavorare in via esclusiva presso le Corti di giustizia tributaria, prevista dal Legislatore, è stata compiuta solamente da 24 giudici togati.

Con certezza assoluta, tra le fila dei professionisti a partita IVA e dei dipendenti pubblici siano essi professori di liceo piuttosto che di altre pubbliche amministrazioni,  il desiderio di vedersi riconosciuta la professionalizzazione è molto più forte. Vuoi perché i professionisti a partita IVA stanno vivendo momenti di riposizionamento delle loro professioni sempre più ,volte alle specialistiche e a studi all’americana; vuoi perché la passione e l’impegno di tanti di noi laici, vuole finalmente vedere compiuta e riconosciuta l’esperienza professionale da giudice tributario”.

L’attuale Governo sta valutando dei correttivi alla Legge 130/2022 ed “ è dunque  importante e strategica la scelta dei nostri rappresentanti alla prossima Consiliatura ed è per questo che ci siamo messi in gioco e a disposizione per rappresentare le istanza sopra descritte – sottolineano – Il PNRR è un’opportunità che deve essere utilizzata bene dal Legislatore ed in fretta. Ad oggi sappiamo che i cento giudici non sono stati trovati e bisognerà procedere con concorsi che avranno durata di almeno 4 anni. La nostra idea da sottoporre alle sedi legislative e con l’attività nel prossimo Consiglio di Presidenza della Giustizia tributaria – concludono – è di aprire le porte ai giudici laici  nella scelta dell’opzione diretta e possiamo dire con certezza che l’organico sarebbe esaurito entro 24 ore. Vediamo cosa accadrà domenica 24 settembre, auspicando scelte collettive da parte della categoria dei giudici tributari che corrispondano alle istanze di tutti i suoi componenti”.

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