Ci sono situazioni e casi specifici che, più di altri, simboleggiano il degrado cittadino e l’impotenza provata dai cittadini nei confronti dell’incuria e dei disagi. In questo caso, il degrado cittadino riguarda lo stato pietoso in cui versano le scale mobili e gli ascensori delle metropolitane della Capitale. Basta andare sul sito dell’Atac, sezione “Accessibilità stazioni metro” per avere un quadro globale della situazione: solo per la Metro A, “Subaugusta, Cinecittà, Ponte Lungo, Furio Camillo, Re di Roma e Manzoni (..) sono non accessibili con ascensori”, a Cornelia gli ascensori esterni sono fuori servizio così come a Cipro, mentre Colli Albani e Porta Furba hanno problemi di montascale. Ottaviano, Lepanto, Flaminio, Arco di Travertino, Numidio Quadrato (solo direzione Anagnina) Lucio Sestio, Giulio Agricola, Anagnina, invece, il servizio montascale è prenotabile tramite un link.
Uno scenario desolante, aggravato alle numerose testimonianze che provengono da utenti che si trovano in una situazione disabilità o che hanno parenti sulla carrozzina. Colpiscono le immagini circolate qualche giorno fa del padre di un ragazzo sedicenne cieco e tetraplegico che – in assenza di ascensori e di un montascale funzionante – ha dovuto sollevare a mano il figlio sulla carrozzella. Scene da Terzo Mondo:
L’episodio ha scatenato un vespaio di polemiche, con l’ex deputato Stefano Pedica – oggi segretario regionale di Più Europa di Emma Bonino – ha si è rivolto direttamente al sindaco di Roma Roberto Gualtieri per denunciare l’accaduto:
Eppure a Roma di episodi tragici che hanno avuto al centro gli ascensori delle metropolitane ce ne sono stati, e di drammatici. Era l’estate del 2015, sindaco dell’epoca Ignazio Marino. Nella stazione della Metro A di Furio Camillo, un bambino di 4 anni è caduto fatalmente da oltre 20 metri: sembra che un dipendente Atac fosse salito con un montacarichi e avesse aperto la porta che collegava i due ascensori, ma il bimbo era scappato dalle braccia della madre finendo nello spazio vuoto. Una tragedia immane che ha scosso l’opinione pubblica, ma che evidentemente non ha dato un impulso positivo ai disagi che riguardano i servizi di salita e discesa delle stazioni. Come segnalano alcuni utenti, proprio a Furio Camillo ci sarebbe un impianto fermo da inizio pandemia, con buona pace delle persone con disabilità o con difficoltà motoria che hanno bisogno di supporto: