Un’intelligence economica per creare manager 4.0

Riportare Roma e il Lazio al centro dell'industria nazionale. Ma prima bisogna tornare appetibili. Lo stop al protezionismo

Rilanciare l’economia capitolina, crescere sui mercati esteri e attrarre capitali stranieri. Questi i tre, non semplici, obiettivi che i manager laziali devono centrare per uno sviluppo del Paese duraturo, fondato su politiche mirate di crescita e innovazione. Per raggiungerli dirigenti, imprenditori, istituzioni, organismi bancari e finanziari devono fare sistema riconoscersi in una struttura di Intelligence economica nazionale.

Non era certo tra i più agevoli tema scelto per l’assemblea annuale 2018 di Federmanager Roma, tenutasi lo scorso mercoledì a Roma, nella cornice dell’hotel Quirinale. La branch romana della Federmanager nazionale ha una certa fretta di rivedere l’economia capitolina, una volta tanto, all’altezza di una metropoli europea. “Abbiamo voluto creare un’opportunità per ragionare insieme sull’internazionalizzazione dell’economia che ha visto molte nostre aziende passare in mani estere”, ha spiegato Giacomo Gargano, presidente di Federmanager Roma.

“Il nostro tessuto economico e industriale  è ricco di potenziale su cui investire. Un potenziale che noi, per primi, che siamo parte della classe dirigente di questo Paese, dobbiamo impegnarci a sviluppare, ad accrescere. Un potenziale in cui tutti dobbiamo credere un po’ di più”, ha proseguito Gargano. “Siamo ponti  ad assumerci le nostre responsabilità. Siamo pronti a fare la nostra parte al fianco delle istituzioni e delle autorità competenti, perché siamo convinti che il management industriale del nostro territorio può offrire il contributo di visione e competenza di cui c’è bisogno”.

Nell’analisi dei manager romani, Roma è una città che merita fiducia e che ha tutti i numeri per guardare al futuro con positività. “”Siamo la regione che nel 2017, secondo i dati di Banca d’Italia e InfoCamere, ha confermato l’espansione dell’attività economica, sospinta tra l’altro dal favorevole andamento degli scambi con l’estero. Il miglioramento congiunturale ha interessato quasi tutti i settori e le esportazioni sono cresciute nel 2017 ben al di sopra la media italiana, 17,2 % a fronte del 7,4% in Italia. Siamo la regione che sostiene la creazione e il consolidamento di startup innovative e favorisce le iniziative di spin off della ricerca erogando a 34 progetti innovativi in tema di audiovisivo, digitale, green economy, salute, sicurezza e turismo circa 1,5 milioni di euro di contributi a fondo perduto grazie ai Fondi Strutturali e di Investimento Europei”, ha chiarito Gargano. Ma non basta.

D’altronde, c’è anche da rimettere l’Italia al centro della seconda manifattura d’Europa. Aceto Balsamico di Modena, Buccellati, Pininfarina, Risiko, Peroni e Brunello di Montalcino sono solo alcuni dei brand made in Italy finiti in mani estere, e altre aziende sono in procinto di essere cedute. “Ma ricorrere al protezionismo non aiuterebbe certo la nostra economia e le nostre imprese a crescere. La soluzione, piuttosto, è quella di lavorare insieme alle istituzioni per essere aperti ma anche vigili: il che significa ricorrere in modo sistematico all’intelligence economica, sia a livello di Paese sia a livello di singola azienda”, ha detto ancora il numero uno di Federmanger Roma.

Ma tutte le aspirazioni dei manager capitolini nulla possono se prima non c’è una coscienza dei cambiamenti globali. “Conoscere per deliberare. Mai come oggi questa massima della politica è attuale. In un tempo di cambiamenti l’intelligence economica diventa sempre più essenziale per ogni decisore politico” ha in questo senso dichiarato l’assessore regionale Gian Paolo Manzella. “Ecco che oggi manager e politici hanno una funzione comune: quella di essere capaci di trasformare le conoscenze in azione concreta, un tema così essenziale, oggi, per chiunque debba prendere decisioni”.

A tenere banco nel corso dell’iniziativa di Federmanger, la guerra commerciale scatentata da Donald Trump. Tema sul quale si è pronunciato il presidente nazionale. Stefano Cuzzilla. “A dazi e barriere noi rispondiamo con la risorsa che da sempre contraddistingue il nostro Paese nel mondo: la competenza delle nostre persone. I nostri manager sono la leva più importante per attrarre capitali stranieri e per far volare il business all’estero. Per questo, Federmanager sta irrobustendo i servizi che possono agevolare la managerializzazione delle Pmi, affinché questa leva sia utilizzata come concreta opportunità di sviluppo del sistema”.

 

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