I romani berranno l’acqua del Tevere? Da Raggi arriva ok

a marzo Acea ha messo a segno un colpo a effetto da 12,2 milioni di euro. FDI: Verificare procedure, faremo esposto ad Anac

Il Tevere in secca

“Adeguamento e potenziamento dell’impianto di Grottarossa per la potabilizzazione delle acque del fiume Tevere“. Così si chiama il progetto elaborato da Acea grazie al quale tra sei mesi i romani, in particolare quelli di Roma Nord, potranno bere l’acqua del Tevere.

Il progetto, dal costo di 12,2 milioni di euro prevede la realizzazione di un depuratore-potabilizzatore sulla Flaminia, nei pressi del deposito Atac e della stazione Grottarossa della Ferrovia Roma Nord e poco distante dal vecchio depuratore sequestrato nel giugno del 2011 dalla Magistratura per “ripetuti malfunzionamenti“.

“I numeri dei documenti allegati alle planimetrie rendono le dimensioni dell’operazione – scrive a sua volta il quotidiano La Repubblica che ha reso nota l’operazione in atto -: l’impianto in costruzione sulle rive del Biondo Tevere ingurgiterà il torbido del fiume e lo restituirà alle condotte della Città Eterna: 500 litri al secondo”, quanto basta per incrementare la portata d’acqua che serve a soddisfare la sete dei residenti di Roma Nord soprattutto nei mesi di giugno e settembre, prima e dopo le ferie, quando la città è ancora in piena attività e la richiesta di acqua è maggiore.

I lavori del nuovo impianto, dopo aver ottenuto fra dicembre 2017 e marzo 2018 l’ok del Comune, Città Metropolitana (l’ex Provincia), Regione Lazio e Demanio, sono già in corso e stando al programma dovrebbero concludersi entro i prossimi sei mesi.

“L’intervento — ha spiegato Acea in una lettera inviata al Campidoglio, alla Regione e alla Città Metropolitana – riguarderà l’area centro-nord della città di Roma (circa 400mila abitanti coinvolti) la cui alimentazione idrica verrà integrata nei prossimi mesi con una quota non trascurabile di acqua del Tevere“.

Finiti i lavori e prima della messa in esercizio del nuovo impianto Acea dovrà però soddisfare una precisa richiesta formalizzata dalla Asl Roma 2: “Prima della messa in distribuzione di acqua proveniente dal potabilizzatore dovrà essere richiesto e rilasciato il giudizio di idoneità al consumo umano“. Uno step dovuto e obbligato e che dovrebbe tranquillizzare chi già immagina che il biondo Tevere possa uscire come tale dai suoi rubinetti.

“Tutto ciò è preoccupante: per realizzare il progetto di rendere il Tevere potabile l’Acea avrebbe già affidato la gara dei lavori per la costruzione del depuratore di Grottarossa, per un importo pari a 12,2 milioni di euro, nonostante sia in corso e non ancora terminato l’iter della conferenza dei servizi. Una fretta inspiegabile e anomala visto che ancora mancano i pareri da parte del Comune, della Regione Lazio, della città Metropolitana e della Asl Roma 2. Stando a quanto riportato dai giornali, la multiutility del Comune il 14 marzo scorso avrebbe proceduto mettendo nero su bianco il verbale di avvio delle cantierizzazioni, lavori peraltro già iniziati e che prevedono la loro conclusione entro 6 mesi. Un atto in barba alla legge e a ogni regola sulla trasparenza, dove il Campidoglio e i 5 Stelle ne dovranno rispondere visto che Roma Capitale è azionista di maggioranza al 51% di Acea. Come Fratelli d’Italia vogliamo vederci chiaro e capire l’iter delle procedure, presenteremo un esposto all’Anac e congiuntamente due interrogazioni – una comunale e l’altra regionale – per chiedere conto di quanto accaduto”.
E’ quanto dichiarano in una nota congiunta gli esponenti di Fdi, Andrea De Priamo capogruppo in Campidoglio e Lavinia Mennuni consigliere capitolino, Fabrizio Ghera capogruppo alla Regione Lazio e Chiara Colosimo consigliere regionale.

Approfondimento nel dossier

© StudioColosseo s.r.l. - studiocolosseo@pec.it
Il Sito è iscritto nel Registro della Stampa del Tribunale di Roma n.10/2014 del 13/02/2014