Il futuro della Metro C di Roma: previsioni, obiettivi e problematiche

Salviamo la Metro C: 10 anni di lavoro per Piazza Venezia. Per la tratta T3 si parla del 2025

Che la mobilità di Roma non sia legata solamente alle vicende locali, è un fatto assodato. Tra importanti finanziamenti ministeriali ed eventi di respiro mondiale che avranno luogo nella Capitale – vedi il Giubileo – la mobilità su ferro della Capitale è un fatto nazionale, quasi mondiale.

La Metro C rappresenta una delle partite più interessanti e complesse, un dossier dal quale dipenderà una parte consistente della credibilità della politica in tema di trasporti ma soprattutto la vivibilità dei cittadini romani, ancora assoggettati – molto per mentalità, ma anche per necessità – al trasporto privato.

Alla fine della scorsa settimana è andata in scena un’importante audizione alla Commissione speciale per il Giubileo del 2025. Protagonista: Maria Lucia Conti,  commissario straordinario del Governo per la realizzazione della Metro C e delle quattro nuove linee tranviarie per il Giubileo.

Da quest’audizione, il comitato Salviamo la Metro C – da sempre attento alle vicende che riguardano la terza linea di Roma – hanno tratto indicazioni di grande interesse per capire le prospettive dell’imponente infrastruttura su ferro.

“Il 30 dicembre 2022 è stato approvato il progetto definitivo della stazione che avrà sei livelli: il primo sarà una piazza ipogea che collegherà i siti museali dei Fori Imperiali, del Vittoriano e di Piazza Venezia, l’ultimo sarà la predisposizione per il passaggio della Linea D mentre il piano banchine sarà a -39 metri. Le prime attività di cantierizzazione partiranno ad aprile mentre dopo il passaggio del Giro d’Italia, tra fine maggio e inizio giugno, il cantiere prenderà buona parte di Piazza Venezia. I lavori dureranno 10 anni – spiega il comitato, che poi analizza il tema delle tratte T2 e T1 – in questo caso, Roma Metropolitane ha dato disposizione al contraente generale Metro C, visto l’intervenuto finanziamento, di procedere con la progettazione definitiva della tratta T2 che prevederà le stazioni Chiesa Nuova, S.Pietro, Ottaviano e Clodio/Mazzini. Anche Chiesa Nuova sarà una stazione archeologica mentre Clodio/Mazzini sorgerà in una posizione intermedia tra le due piazze, in via di Monte Santo, dietro la Corte dei Conti. Sempre in forza dell’intervenuto finanziamento, in corso di definizione la questione dell’opzione che il Comune di Roma ha con l’attuale Contraente Generale per partire direttamente da Farnesina, consentendo un’ottimizzazione dei tempi di realizzazione di T2 e T1 installando il campo base per le talpe a Farnesina”.

Last but not least, c’è il tema di nuovi treni e della tratta T3, quella di Amba Aradam e Fori Imperiali.

“I lavori della tratta T3 si concluderanno tra novembre e dicembre 2024 con l’entrata in esercizio attesa entro i primi tre mesi del 2025. La cattiva notizia è che i collaudi e l’esercizio avverranno con l’attuale parco di 13 treni. I tempi per consegnare i nuovi 11 rotabili entro il 2025 non ci sono, anche alla luce dell’aggiornamento delle nuove norme europee che andranno recepite da Hitaci nella progettazione e costruzione dei nuovi mezzi – conclude Salviamo la Metro C – al netto dell’adeguamento alle nuove norme europee, la vicenda è nota da anni con l’acquisto che sarebbe dovuto partire entro fine 2021 per evitare di esporre Roma all’ennesima figuraccia internazionale. Non solo permarrà il vergognoso stato della stazione Colosseo della Linea B e delle aree circostanti ma apriremo le due nuove stazioni della Linea C con frequenze e una qualità del servizio inimmaginabili in qualsiasi altra capitale europea. Più di qualche sforzo per evitare questa brutta figura andava fatto con ogni mezzo e, invece, riscontriamo ancora una volta il mancato apporto della politica”.

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