Il futuro delle metro di Roma passa (forse) per quello di Roma Metropolitane

L’affondo di Salviamo la Metro C: su Roma Metropolitane scellerata volontà politica di Raggi e Gualtieri

Difficile prevedere che la fusione tra una società preposta alla progettazione delle metro di Roma e quella che pianifica la mobilità nella Capitale avrebbe potuto generare un terremoto. La prima è Roma Metropolitane, con socio unico Roma Capitale, la seconda è Roma servizi per la mobilità, società sempre di Roma Capitale. Eppure, come raccontato dal Messaggero qualche giorno fa, il consorzio Metro C avrebbe scritto al sindaco Roberto Gualtieri e al ministero dei Trasporti tratteggiando una situazione ingarbugliata in cui la liquidazione di Roma Metropolitane e la sua insolvenza avrebbero determinato pignoramenti e una conseguente interruzione di fondi da parte del Campidoglio. Risultato: i lavori della terza linea della Capitale rischierebbero uno stop importante. Sulla questione sono attivi da mesi comitati e addetti ai lavori, concordi nel ritenere il salvataggio di Roma Metropolitane un passo fondamentale per salvaguardare i più importanti progetti “su ferro” della Capitale. L’ultimo intervento è arrivato da parte di Salviamo la Metro C, durissimo sia con l’amministrazione grillina guidata da Virginia Raggi, sia con quella PD a guida Gualtieri.

“Sarà impossibile anche inaugurare la Linea C al Colosseo entro il Giubileo. Non solo: il cantiere della stazione Venezia, che sarebbe dovuto iniziare appena dopo il passaggio del Giro d’Italia, slitterà sicuramente, mentre per la tratta Venezia-Farnesina, finanziata integralmente ma ancora in fase di progettazione, fare previsioni sui tempi di cantierizzazione è diventato praticamente inutile – spiega il comitato – La scellerata volontà politica di liquidare Roma Metropolitane, avviata dalla Giunta Raggi e ribadita dalla Giunta Gualtieri, e che sta lasciando la Capitale d’Italia senza una stazione appaltante pronta per costruire nuove metropolitane, sta danneggiando i romani e gli italiani due volte. In primis, per l’impossibilità di spendere i 5,6 milioni per progettare il prolungamento della Linea A, di spendere le risorse necessarie a chiudere i cantieri in corso e di spendere i 3 miliardi, finanziati nella Legge di Bilancio 2022, per completare la Linea C da Venezia a Farnesina è un danno. Soldi delle tasse degli italiani e dei romani che rimangono fermi. Poi, non realizzare le previste metropolitane o rimandarne la realizzazione, che è quanto assistiamo da oltre un decennio, ha come conseguenza più tangibile il sistema di trasporto pubblico inefficiente che i romani sperimentano ogni giorno – conclude – un sistema che regge sul trasporto su gomma dove ogni singolo servizio di trasporto pubblico fatto con i bus, piuttosto che con la metropolitana, a parità di capacità di trasporto ci costa il 235% in più”.

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