Virginia Raggi avverte, ma il governo se ne infischia. Oggetto, ancora una volta, Roma metropolitane. Dopo la messa in liquidazione della società, due settimane fa, questa mattina il sindaco di Roma ha scritto al premier Conte, chiedendo di non commissariare la linea C, la tratta di spettanza proprio alla ormai ex partecipata del Campidoglio. “Desta viva perplessità la nota con cui il contraente generale Metro C SpA ha richiesto al governo la nomina di un Commissario straordinario ai sensi di legge” per la realizzazione della linea C della metro di Roma, ha scritto la Raggi.
“In disparte ritualità con cui la stessa è stata indirizzata. Infatti il tenore della richiesta appare del tutto fuorviante è la rappresentazione dei fatti così come illustrato dalla società non veritiera”, si legge ancora nella missiva visionata dall’agenzia Dire e spedita anche al ministro dei Trasporti, Paola De Micheli, a quello dell’Economia, Roberto Gualtieri, al presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti e al prefetto di Roma, Gerarda Pantalone.
Per tutta risposta, il ministro De Micheli, ha paventato una specie di commissariamento. Non tecnico, ma certamente politico. “Il 23 mattina incontrerò la sindaca Raggi, noi comunque a prescindere dall’incontro con la sindaca abbiamo attivato una attività di vigilanza sulla metropolitana romana“, ha riferito la ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti in audizione in commissione Trasporti alla Camera, rispondendo a una domanda sulla situazione trasporti nella Capitale. Quindi, osserva, “tutto quello che rientra nelle competenze del ministero lo faremo a supporto di quelle che devono essere le attività di ordinaria gestione del Comune e della società di gestione”.