Il lusso è morto? Viva il lusso

Dopo anni di stagnazione e di grosse perdite il mercato del lusso riprende vita. Le speranze per il futuro sono buone e l'Italia brilla nelle top 100

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Se ne parlava già nel 2017 e si riconferma oggi l’andamento più che positivo del mercato del Lusso Italiano. Finalmente ha ritrovato l’antico slancio tanto da collocarsi fra le prime  100 top del settore.

Quelli passati sono stati anni difficili. Anni che hanno fatto tremare colossi del lusso, borse e investitori. Il popolo del retail che aveva investito sui più importanti brand Italiani ha visto per mesi e mesi solo il segno – (meno) davanti al trend dei vari titoli.

Pareva proprio che fosse cambiata la mentalità e che la frenesia da firma eccellente avesse lasciato il posto ad un ritrovato medium profile. Eleganti si ma non necessariamente firmati dalla testa ai piedi!

Tanti fattori hanno contribuito al preoccupante rallentamento delle vendite. Primo una minor propensione alla spesa per beni dal valore quasi “simbolico”. Un carico fiscale che prospettava futuri molto duri (carico fiscale che, a detta degli esperti, è destinato comunque a crescere). Poi il proliferare quasi soffocante di catene low cost, l’impazzimento collettivo per centri commerciali e villaggi outlet. Le offerte continue e senza regole. Una minor capacità di spesa per molti individui. E non dimentichiamo il turismo di massa cui non è lasciata la libertà di bighellonare e comperare. Un’altra botta negativa è venuta dalle vendite on line di prodotti mai di alta qualità che, inizialmente ha confuso e calamitato troppi ceti.

E infine un immobilismo dei marchio e dei punti vendita che non hanno saputo ne’ rinnovarsi ne’ focalizzare esattamente il nuovo target di mercato. Se nel 2017 i conti del lusso hanno fatto segnare un + 5% per il 2018 si immagina un possibile + 4% con un picco del 7% della pelletteria. Anche il turismo di alta fascia si rivede, con piacere, nelle nostre città. I cinesi sono ormai lo zoccolo duro degli acquirenti, seguiti dagli americani.

E poi ci siamo noi italiani ed europei, in genere, che pur restando vincolati allo Chaneliano detto “la moda passa, lo stile resta” ci riavvicianiamo con maggior convinzione al mondo dei grandi brand.

Come dire: una borsa di Gucci fa la differenza (meglio se con foulard della maison annodato al manico).

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