Innovazione: Da Regione Lazio 5 milioni di euro per le imprese femminili – VIDEO

ontributi a fondo perduto per un importo da un minimo di 50 mila euro fino a un massimo 145 mila per ciascun progetto presentato.

La presentazione del bando "Donne, Innovazione e impresa", oggi presso la sede della Regione Lazio a Roma.

Dalla transizione verde all’aerospazio, passando per la cultura, la Regione Lazio stanzia 5 milioni di euro a sostegno delle imprese femminili per progetti di innovazione aziendale. Questo l’obiettivo del bando “Donne, Innovazione e impresa” che promuove e valorizza l’imprenditoria femminile, attraverso il sostegno e lo sviluppo delle micro, piccole e medie imprese (mpmi) per favorirne i percorsi di innovazione aziendale in coerenza con la Smart specialization strategy regionale. Il bando da 5 milioni, finanziato con risorse del Programma Fesr 2021-2027, concede contributi a fondo perduto per un importo da un minimo di 50 mila euro fino a un massimo 145 mila per ciascun progetto presentato. L’avviso, per il sostegno dell’imprenditoria femminile, è stato presentato oggi presso la sede della giunta regionale a Roma, dalla vicepresidente della Regione Lazio e assessore Sviluppo economico Roberta Angelilli, dal presidente di Lazio Innova Francesco Marcolini, e dalla presidente Comitato impresa donna Mimit e presidente Donne imprenditrici Fipe Valentina Picca Bianchi.

Sono 9 le aree individuate dal programma: green economy, industrie creative e digitali, patrimonio culturale e tecnologie della cultura, Agrifood, economia del mare, sicurezza, automotive mobilità sostenibile, scienze della vita e aerospazio. Ciascuna impresa femminile può presentare un solo progetto agevolabile riguardante la produzione di un bene o servizio nuovo o migliorato, che si differenzi in modo significativo rispetto a quelli già realizzati dall’impresa, ad esempio sul piano delle caratteristiche tecniche, dei componenti, dei materiali, del software incorporato, della facilità d’impiego, della semplificazione della procedura di utilizzo, della maggiore flessibilità o di altri elementi concernenti le prestazioni e le funzionalità. Le imprese interessate possono presentare domanda online, tramite la piattaforma Gecoweb Plus di Lazio Innova, dalle ore 12 del 23 aprile e fino alle ore 17 del 12 giugno 2024. “L’obiettivo è quello di valorizzare tutto ciò che è innovazione. Un aiuto concreto alle donne imprenditrici, sia quelle che vogliono crescere e sia quelle vogliono rimanere competitive sul mercato – ha spiegato il vicepresidente della Regione Lazio, Roberta Angelilli -. Il genio italiano ci ha insegnato che qualunque elemento di innovazione, anche molto semplice, può rivoluzionare un sistema, rendendolo più competitivo ed efficiente. Questo è il made in Italy da sempre. Per quanto riguarda i tempi di erogazione dei fondi dobbiamo c il massimo sforzo per accelerare i tempi attuando sempre un controllo, dato che si tratta di fondi pubblici. Quindi devono essere allocate in modo corretto e trasparente”.

Nel Lazio la quota di imprese femminili sul totale delle imprese attive è pari al 24 per cento, un dato leggermente superiore alla media nazionale, pari al 23 per cento, ma sotto la media europea (32 per cento). La Regione, inoltre, si posiziona terzo tra le regioni italiane come numero di imprese femminili, con 139.107 unità per la maggior parte concentrate a Roma e provincia (97.136). Si tratta di imprese attive perlopiù nel settore del commercio (27 per cento del totale), in quello dell’Agricoltura (13 per cento), nella ristorazione e alloggi (11 per cento), nei servizi (11 per cento). Ciò evidenzia come quello femminile sia un segmento produttivo meno “industrializzato”. Il Lazio, tuttavia, vanta la maggiore concentrazione di imprese femminili costituite come società di persone, pari al 40,5 per cento, ed è primo tra le regioni per incidenza delle imprese femminili in forma di società di capitale con il 42,4 per cento. “Siamo avanti, dobbiamo fare però molto di più – ha aggiunto Angelilli -. Dobbiamo puntare sulla formazione e incoraggiare le ragazze ad andare verso i percorsi Stem. Abbiamo bisogno di tante donne, perché la richiesta è alta. Nel Lazio abbiamo mezzo milione di imprese e mancano all’appello mezzo milioni di operai specializzati e figure professionali per dare una risposta tempestiva a questa necessità di innovazione e formazione ad alto livello”.

“Dare la possibilità a delle giovani donne di qualsiasi età di fare vuol dire avere una idea di sostenibilità finanziaria e sociale per uno Stato intero. Se tutte le donne si attivassero seguendo le loro attitudini, noi avremmo guadagnato materia prima umana che abbiamo e 13 volte il Pil – ha sottolineato la presidente del Comitato Impresa Donna Mimit e presidente Donne imprenditrici Fipe, Valentina Picca Bianchi -. Riuscire a raccontare e avere una narrazione corretta serve alle giovani donne. Il futuro dell’impresa Italiana è una buona cultura dei giovani e delle giovani donne. Iniziative come questa vanno a generare nuova energia, non solo finanziaria, ma anche culturale. Ed è fondamentale, altrimenti non si avrebbe una visione di medio- lungo termine che invece serve al nostro Paese e a coltivare delle giovani donne che possano produrre, fare impresa ed essere soddisfatte e supportare il nostro Paese, con una ricaduta su tutta la società.

Questo è un bando “che viene fatto ogni anno con fondi Fesr, siamo contenti di riprendere questa tradizione – ha affermato il presidente di Lazio Innova, Francesco Marcolini -. Quest’anno abbiamo volutamente evidenziato il tema della innovazione. Parliamo di imprese medio piccole. Non ci si deve preoccupare perché l’innovazione può essere fatta anche nelle piccole imprese. Il concetto di innovazione va quindi inteso in modo largo. La quota di finanziamento è di un minimo di 50 mila euro a un massimo di 145 mila euro. La quota è al massimo il 60 per cento della proposta del progetto, il rimanente è a carico delle aziende proponenti. Forse 5 milioni sono pochi, ma queste sono le risorse del Fesr. Tutto quello che abbiamo lo mettiamo subito a gara. Auspichiamo una vasta partecipazione”, ha concluso.

Sono considerate imprese femminili la lavoratrice autonoma, l’impresa individuale la cui titolare è una donna, la società cooperativa, la società di persone o lo studio associato in cui il numero di donne socie o associate rappresenti almeno il 60 per cento dei componenti della compagine sociale. È considerata imprese femminile anche la società di capitale le cui quote di partecipazione siano possedute in misura non inferiore ai due terzi da donne e da imprese femminili e i cui organi di amministrazione siano costituiti per almeno i due terzi da donne. Tale requisito aziendale dev’essere posseduto dall’impresa al momento della presentazione della domanda ed essere mantenuto per almeno tre anni dall’erogazione del contributo. Le imprese, inoltre devono essere iscritte al registro delle imprese o, in caso di lavoratrici autonome, essere titolari di partita Iva attiva alla data della domanda e almeno fino alla data di erogazione; avere una sede operativa (domicilio fiscale nel caso di lavoratrici autonome) nel Lazio, in cui realizzare il progetto e svolgere l’attività imprenditoriale beneficiaria del contributo al momento della presentazione della richiesta di erogazione.

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