A nove mesi dal decollo, era la metà di ottobre dello scorso anno, Ita agguanta il suo primo utile. Proprio nei giorni della crisi del governo Draghi, la cui caduta rischia di mettere in stand-by fino al voto del 25 settembre la cessione della compagnia nata sulle ceneri della disastrata Alitalia al tandem svizzero-tedesco Msc-Lufthansa, scelto dall’azionista Tesoro in alternativa alla cordata franco-americana composta dal fondo Certares e da Air-France.
L’annuncio è arrivato dal ceo Fabio Lazzerini, co-pilota di Ita insieme ad Altavilla. “Nello scorso mese di giugno abbiamo già registrato il primo utile, che invece era previsto il prossimo anno, e abbiamo chiuso il primo semestre con il 316% di cassa più alta del budget, mentre gli aerei sono pieni al 93-95% sul lungo raggio e all’88% su tutta la rete”, ha spiegato il manager. “Possiamo dire di essere la compagnia migliore al mondo in termini di regolarità, con una percentuale del 99,9% di voli confermati e performance commerciali positive”, ha aggiunto.
“Abbiamo programmato bene la crescita, passeremo da 52 a 74 aerei, parliamo di un aumento della flotta pianificato quasi del 50%, cui si aggiunge la pianificazione dell’aumento di piloti e assistenti di volo per poter assorbire la crescita: questo rispetto ad altri che invece avevano tagliato. Per questo riusciamo a volare in maniera corretta”. A questo punto non resta che attendere il riassetto della compagnia, con l’ingresso di nuovi soci e l’uscita del Mef entro e non oltre la fine dell’anno, pena la trasformazione del prestito pubblico da 1,35 miliardi in aiuto di Stato con conseguente esposizione dell’Italia a una possibile infrazione.