Il Tesoro azionista al 100% di Ita presto o tardi dovrà uscire dalla compagnia per far posto a un partner industriale, come pattuito con l’Europa in cambio del sì alla nascita della stessa Ita, la premessa non può essere un piano industriale da incardinare sui 52 velivoli che compongono la flotta di Ita. Piano illustrato questo pomeriggio alla Camera dal ceo Fabio Lazzerini e dal presidente Alfredo Altavilla, ex manager Fca.
L’indicazione più importante, arrivata dallo stesso Altavilla, riguarda la futura alleanza strategica. “Ita ha l’obiettivo di arrivare a un’alleanza entro la prima metà dell’anno”. D’altronde la compagnia “non ha oggi e non li avrà neanche nel 2025, i valori che le consentano di stare sul mercato da sola quindi è necessario inserire la compagnia all’interno di un’alleanza sulla base di pari dignità, a differenza di quanto avvenuto in passato”.
E non sarà una semplice alleanza commerciale, bensì una vera e propria fusione. “Non ci bastano le formule light tipo code sharing o altre menate del genere, stiamo parlando di formule con equity. Abbiamo in corso contatti con operatori europei ed extraeuropei. In precedenza avevano indicato una tempistica per l’anno, ma ci sono le condizioni per accelerarla entro la prima metà dell’anno”.
I vertici di Ita hanno fatto poi dinnanzi ai deputati della commissione Trasporti un primo bilancio dell’attività nei primi due mesi della compagnia. “Nei due mesi e mezzo di attività di Ita, la compagnia ha registrato un fatturato poco sotto il 90 milioni di euro. Risultati il 50% in meno rispetto al piano industriale a causa del Covid, della mancata vincita del bando sulla Sardegna e per il ritardo della partenza della campagna pubblicitaria per i ritardi dell’Alitalia”, ha spiegato Altavilla.