Non è ancora un cartellino rosso, ma giallo forse sì. In Europa tira aria di sgambetto alle nozze tra Ita e Lufthansa, alle quali il governo italiano sta lavorando da oltre un anno. Nella mattinata, infatti, la Commissione europea ha formalizzato al Tesoro italiano, oggi padrone dell’ex Alitalia al 100% ma con un accordo in mano che prevede la cessione del 41% al vettore tedesco, le conslusioni preliminari sul progetto per l’ingresso in minoranza di Lufthansa in Ita. E i segnali non sono granché incoraggianti, nonostante da Bruxelles si siano affrettati a chiarire che non si tratta di uno stop, ma solo di un passaggio formale e dunque previsto.
Ma la sostanza non cambia: timori di aumenti dei prezzi, rischio di riduzione della concorrenza, potenziamento della presenza in particolare a Milano Linate a danno degli altri vettori. Questo è quello che agita l’Europa, già impegnata sul versante dell’Antitrust nella valutazione del dossier Ita. La lettera pervenuta sul tavolo di Giancarlo Giorgetti, statement of objections e firmata dai servizi per la concorrenza della Commissione europea elenca i rilievi e i nodi ancora da sciogliere prima di poter dare il via libera all’operazione di fusione delle due compagnie: il responso è atteso entro il 6 giugno.
Nel dettaglio la Commissione europea evidenzia tre possibili criticità: l’alleanza potrebbe ridurre la concorrenza su un certo numero di rotte a corto raggio che collegano l’Italia con i paesi dell’Europa centrale; ridurre la concorrenza su alcune rotte a lungo raggio tra Italia e Stati Uniti, Canada e Giappone. Infine potrebbe creare o rafforzare la posizione dominante di Ita presso l’aeroporto di Milano-Linate. A conti fatti, fino a quando non arriverà il via libera dalla Commissione europea, resta congelato l’investimento di 325 milioni per l’acquisizione del 41% di Ita da parte di Lufthansa, così come le sinergie commerciali tra Ita e il network di Lufthansa. A questo punto Lufthansa e il Mef hanno la possibilità di presentare alla Commissione europea dei rimedi alle preoccupazioni per la concorrenza sollevate dall’integrazione tra Lufthansa e Ita, elencate nella comunicazione poc’anzi citata, entro il 26 aprile 2024. Ma il nervosismo sembra aumentare. Tanto per cominciare il ministro Giorgetti, due giorni fa, era tornato a tuonare contro l’Europa, rea di ostacolare operazioni industriali di grosso calibro. Per tutta risposta da Bruxelles hanno chiarito come “non è vero che l’Ue, attraverso la sua politica antitrust, impedisce le fusioni tra le imprese per creare grandi aziende capaci di competere a livello globale”.
E anche dalla stessa Lufthansa si sono fatti sentire. “Stiamo facendo ulteriori progressi con il nostro investimento pianificato in Ita. Analizzeremo le obiezioni presentate oggi dalla Commissione Ue, discuteremo ogni singolo punto in dettaglio con l’autorità Antitrust e, nelle fasi successive, continueremo a cooperare in modo costruttivo con la Commissione Ue. Come suggerito dal vicepresidente esecutivo Margrethe Vestager, presenteremo una proposta di rimedi all’autorità al fine di affrontare le restanti preoccupazioni. Rimaniamo fiduciosi che l’operazione verrà approvata, anche perché siamo convinti che la concorrenza in Europa, specialmente in Italia, potrà essere rafforzata da una Ita parte del gruppo Lufthansa”.