Italo, dal blitz su Itabus a quello di Aponte

Sei mesi fa Italo comprava Itabus e con questa operazione nasceva un gruppo multimodale che offre un servizio di mobilità integrata, con 51 treni e 100 bus per collegare l'Italia. E poi...

Sei mesi fa Italo comprava Itabus e con questa operazione nasceva un gruppo multimodale che offre un servizio di mobilità integrata, con 51 treni e 100 bus per collegare l’Italia. L’acquisizione da parte di Italo, con la conseguente integrazione industriale, della compagnia privata di trasporto passeggeri su gomma a lunga percorrenza era stata deliberata dal consiglio di amministrazione della società ferroviaria sotto la presidenza di Luca Cordero di Montezemolo.

Oggi Itabus collega l’Italia, Sicilia compresa, con 100 bus Man (gruppo Volkswagen) e, dopo soli due anni di attività, nonostante le restrizioni del periodo pandemico, ha superato i 2 milioni di viaggiatori. L’azienda ha una flotta con autobus di ultima generazione, dotati di wi-fi 4/5G gratuito, toilette e distributori automatici di snack e bevande: sono mezzi bipiano (74 posti ognuno) con 2 ambienti di viaggio (Comfort+ e Top). E fornisce servizi sia diurni che notturni, collegando grandi città, snodi infrastrutturali come aeroporti, stazioni e porti, ma anche piccole città e borghi a forte vocazione turistica.

In questi mesi poi sono cresciuti i servizi intermodalitreno più bus targati Italo – Itabus, che hanno fatto il loro debutto il 21 giugno in Campania, Puglia e Sicilia. Dato il positivo riscontro fra i viaggiatori, Italo ha deciso di ampliare questa rete intermodale, estendendo anche alla Calabria tale opportunità. E mentre Italo-Itabus continuava la sua crescita ed espansione, Il gruppo Mediterranean Shipping Company di Gianluigi Aponte imbarcava nel suo impero fatto di navi, terminal portuali, strutture logistiche, treni, aerei e camion proprio la compagnia ferroviaria privata italiana Italo e dunque Itabus.

Sborsando borserà oltre 4 miliardi di euro per il 99% della società. A vendere la quota di maggioranza è stato il fondo americano Gip, già socio di Msc in Til, la società, tra le più grandi al mondo, che gestisce i terminal portuali di Msc. Ma a vendere le loro quote ad Aponte sono statipraticamente tutti gli azionisti della società privata di trasporto ferroviario ad alta velocità dei passeggeri in Italia: l’11,5% appartiene ad Allianz, il 7,6% a Infra Investor, lo 0,6% a MoLagers.

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