La controstoria della ragazza disabile portata in braccio dai vigili alla Metro B di Colosseo

La storia ha fatto scalpore ed è stata riportata dai maggiori quotidiani. Ma il parere di OQ riapre la questione e cambia la prospettiva

Ha fatto il giro d’Italia, forse del mondo, la scena della cittadina americana disabile portata in braccio dai vigili urbani a causa di una scala mobile rotta nei pressi della Metro B Colosseo. Le immagini hanno comprensibilmente generato un encomio generale nei confronti del gesto della Polizia di Roma Capitale: un aiuto di grande umanità e sensibilità, cui la 21enne statunitense avrebbe risposto con un commosso ringraziamento. Le immagini, poi, hanno fatto puntare il dito dell’opinione pubblica contro Atac e la gestione delle scale mobili all’interno delle stazioni: è l’ennesimo caso – si è detto e scritto – di cattiva gestione degli impianti di traslazione.

Le scale mobili nelle stazioni di Roma sono un disastro e lo testimoniano questi dati che Radiocolonna ha preso direttamente dal sito della municipalizzata. Si tratta degli impianti attualmente fuori servizio:

Ma il tema è delicato e serio, perché se da un lato tocca un argomento come le barriere architettoniche e i disagi che spesso le persone con disabilità o con mobilità ridotta si trovano a vivere quotidianamente, dall’altro s’intreccia con un sensazionalismo, molto social, che ha impedito di valutare la questione dalle giuste angolature.

Un punto di vista coraggioso e interessante l’ha espresso sul tema il collettivo di Odissea Quotidiana, che provocatoriamente ha addirittura sostenuto che i vigili, in questa storia, avrebbero sbagliato.

“Che la metropolitana di Roma abbia molti problemi agli ascensori e alle scale mobili è piuttosto evidente. Il recente report dell’ACoS ha evidenziato un tasso di accessibilità inferiore al 70% sulle linee A e B, tale da limitare l’uso delle metropolitane da parte dei turisti anziani, come sollevato dalla stessa Agenzia in un altro focus.L’episodio verificatosi ieri, con una persona disabile portata in braccio dagli agenti della polizia locale dall’accesso di largo Agnesi alla stazione Colosseo, sembrerebbe, quindi, l’ennesima conferma di questa triste realtà spiega OQ – consultando, tuttavia, le carte del recente bando per la manutenzione degli impianti di traslazione ed il comunicato stampa che l’Atac ha diramato, si evince che la metro Colosseo non è dotata di ascensori tra largo Agnesi e la stazione, ma solo di due montascale tra piazza del Colosseo e le banchine. La scala mobile incriminata inoltre, benché ferma da oltre un anno, di norma funziona in salita e non in discesa. Stando a questi fatti, gli agenti di polizia locale avrebbero dovuto indicare alla turista, eventualmente scortandola, un percorso esterno alla stazione lungo via Nicola Salvi. Naturalmente è lecito riflettere sul perché non ci sia un ascensore tra largo Agnesi ed il Colosseo e che non ci sia la previsione di installarne uno neanche dopo l’arrivo della metro C, ma addossare la colpa ad Atac, come fatto pretestuosamente da alcune testate giornalistiche, non ci sembra affatto corretto”.

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