La Roma-Viterbo e quell’idea di rendere la tratta urbana una metropolitana

Pro e contro di una suggestione. Bonanni (comitato pendolari): spostare il capolinea più a nord e attenzione a non dimenticare la parte extraurbana

C’è una suggestione che, da qualche anno, aleggia su una delle ferrovie più controverse d’Italia. Parliamo della Roma-Civita Castellana-Viterbo, importantissimo mezzo di collegamento tra Roma e la Tuscia ma in pianta stabile nel podio tra le peggiori linee ferroviarie nazionali. Lo ha detto il rapporto Pendolaria di Legambiente e lo ha ribadito, giorni fa, un interessante servizio di La7. Ma c’è una suggestione che potrebbe accendere l’entusiasmo in chi, come i pendolari, da anni vivono una situazione caratterizzata da incertezza, disagi e rabbia.

Parliamo dell’idea di rendere la parte extraurbana della Roma-Civita Castellana-Viterbo una metropolitana, la ‘Metro F’, idea spiegata nei dettagli dal programma condiviso per la mobilità romana ‘Movete Roma!’.

“Per realizzare un moderno ed efficiente servizio di tipo metropolitano sono necessari: la sostituzione integrale del materiale rotabile del servizio urbano, il completamento della nuova stazione di piazzale Flaminio, i cui lavori sono in corso ma inspiegabilmente bloccati a più riprese e un’adeguata riorganizzazione degli orari del servizio extraurbano, che manterrà la penetrazione fino a Roma rafforzando ulteriormente l’offerta urbana ma in poche fermate essenziali – spiegano – la realizzazione della stazione di Valle Giulia, tra Flaminio ed Euclide, consentirebbe di scambiare con la rete tranviaria esistente (linee 3-19). Un ulteriore punto di scambio si realizzerà presso la fermata di Euclide con la Tramvia Parioli e presso Tor di Quinto con la rete delle Ferrovie Regionali (FL). In ultimo, è opportuno che si predisponga quanto prima il raddoppio della linea e l’estensione del servizio urbano fino a Sacrofano, vero limite della tratta locale romana nonché attuale confine della tariffazione urbana del sistema Metrebus”.

Si tratterebbe, in sintesi, di un percorso di circa 12,5 km, con 16 fermate che collegano la stazione di Flaminio con quella di Montebello e che andrebbero a creare importanti connessioni tra Metro A, linee tranviarie, treni regionali, autolinee extraurbane e Grande Raccordo Anulare.

Ma che ne pensano di questo progetto i pendolari? Radiocolonna l’ha chiesto a Fabrizio Bonanni, storico presidente del Comitato Pendolari Ferrovia Roma-Nord.

“Saremmo contentissimi se si riuscisse a potenziare la tratta urbana Roma-Montebello, ma ci sono tante di quelle cose da fare prima che al momento appare solo un sogno – spiega Bonanni a Radiocolonna – bisogna rifare la stazione Flaminio, probabilmente pronta a fine Giubileo così come i nuovi treni. Appare necessario estendere il capolinea periferico a Sacrofano: oggi si ferma a Montebello, ovvero al cimitero di Prima Porta, ma la vera utilità ci sarebbe se il polo esterno fosse ai confini della provincia di Roma, a Sacrofano per l’appunto. Il problema in questo caso è rappresentato dal Comune di Sacrofano, che pare stia puntando sugli autobus come collegamento con Montebello e non su un possibile link ferroviario. L’ideale sarebbe un raddoppio da Montebello a Riano e creare un servizio con una frequenza da 10 minuti, ma gli interventi infrastrutturali sono tantissimi e per vedere una ‘Metro F’ credo dovremo aspettare almeno 10 anni. Un problema della ‘Metro F’? La parte urbana verrebbe valorizzata e potenziata, ma quella extraurbana rischierebbe di capitolare definitivamente”.

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