Unindustria, nel Lazio il settore alimentare è in ginocchio

Mauro Castelli, vicepresidente della sezione Alimentare dell'associazione: situazione gravissima, il governo dia risposte

Tipico cibo colombiano

Il crollo delle attività di bar, trattorie, ristoranti, pizzerie e agriturismi avrà un effetto a dir poco devastante sull’agroalimentare nazionale, con una perdita di fatturato di oltre 9,6 miliardi per i mancati acquisti in cibi e bevande nel 2020. E non è che nel Lazio le cose vadano meglio, anzi. “Stiamo vivendo una fase a dir poco catastrofica”, dice senza mezzi termini a Radiocolonna.it, Mauro Castelli, vicepresidente della sezione alimentare di Unindustria e titolare dell’omonimo salumificio a Frascati, tra i più grandi della Regione.

“Non ci saremmo mai immaginati di vivere una situazione simile, i nostri principali clienti sono i ristoratori, che sono fermi in questo momento. Se il governo non interviene concretamente, ci saranno danni gravissimi. Come si fa a pagare le tasse se non ci sono entrate? Ad oggi le Casse integrazioni sono indietro di mesi, come si fa a far aspettare una persona che ha famiglia. I soldi che vediamo in televisione, elargiti a destra e sinistra, noi non li vediamo. L’unica soluzione è un anno fiscale sabbatico”, spiega Castelli.

L’imprenditore sfata anche un mito. “Non è vero che il settore alimentare si è salvato perché è aumentata la domanda nei supermercati. Al Nord noi riforniamo intere catene di supermercati, ma gli stessi hanno cominciato a privilegiare i fornitori locali in seguito alle restrizioni applicate agli spostamenti. E tanto è bastato a danneggiarci. Per il 2021 ci aspettiamo di tornare a vivere e a fatturare, il vaccino non basta, servono interventi strutturali. Non possiamo andare avanti con e-commerce e cesti di Natale”.

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