L’Italia è in ginocchio, ma non si ferma, anzi cerca di avanzare mettendo in campo nuove modalità di lavoro e nuove risorse tecnologiche che, di sicuro la trasformeranno e le permetteranno di non perdere i traguardi già raggiunti
Tutto ciò che era sotto forma di incontri sociali, di viaggi, di eventi e convention, ora si è trasformato in digitale, in connessioni e in comunicazioni vocali.
I social network sono di aiuto sia al business quanto al singolo individuo sollevandolo dalla solitudine forzata e dandogli suggerimenti per colmare i nuovi spazi che si sono creati. E così, anche se fra tante difficoltà, tutto va avanti e il Paese non si blocca.
Dicevano che la Cina sarebbe stata più digitale dopo l’emergenza Covid-19, ed ecco che l’Italia sicuramente si vede impegnata ad accelerare quella digitalizzazione che imprese e PMI stavano già portando avanti.
Oggi quei passi, quegli accordi tra istituzioni, quei bandi per la digitalizzazione sono le basi per l’attività attuale e per il futuro. Già se ne possono vedere i risultati.
Per chi non è un nativo digitale è uno sforzo e un impegno culturale e mentale che mai si sarebbe aspettato. Ma non si può e non si deve mollare.
Tutte le pratiche portate in modalità online ora permettono che il dialogo tra pubblica amministrazione e imprese sia più smart e ci toglie dal peso della coda agli sportelli (per altro vietata).
Tutto, in questi giorni/mesi dipende ESCLUSIVAMENTE dalla connessione internet e dalla banda larga. Magari un giorno parleremo, anche e seriamente, del 5G.!
E’ dunque ancora più palese oggi, rispetto a ieri, che è indispensabile guardare alle infrastrutture digitali perché esse sono, praticamente lo strumento di connessione. Il nostro salvagente ai tempi del Covid e del lockdown generale.
Molte zone d’Italia, purtroppo, non sono ancora servite a sufficienza e questa mancanza è un dito accusatorio puntato contro le Istituzioni.
Un Paese diviso in due sulla capacità e possibilità operativa dimostra, quasi che il Governo Centrale non sappia difendere e promuovere la capacità competitiva e imprenditoriale di tutto il territorio nazionale. Su queste mancanze si gioca il nostro futuro e, in ogni caso, il confronto con altri stati più aggiornati e fattivi.
Così i media continuano l’interazione con le proprie fonti grazie alle conferenze stampa in diretta. In cui non c’è più la stretta di mano, ma c’è la voglia di vedersi e di capire. In questo caso anche il linguaggio “del corpo” che, non può sfuggire alle telecamere, ci chiama all’attenzione e all’interpretazione.
Un mondo dunque più silenzioso perché chiuso nelle abitazioni o legato al ticchettio dei pc destinati allo smart working ma, che comunque sta lavorando unito, partecipe e coeso perché l’emergenza finirà. Un mondo forte che guarda già a ripartire per il rilancio dell’Italia.
Il Covid, per assurdo, ci arricchisce di una nuova visione del lavoro, della necessaria collaborazione con altri stati e nazioni ed apre gli occhi al mondo intero sulla fragilità ed inadeguatezza del sistema che deve essere completamente ripensato e ristrutturato sia dal punto di vista tecnologico che da quello delle priorità di bene condiviso.
Se non assorbiremo questa nuova coscienza di “globalità” e non solo di “globalizzazzione”, il pensiero, purtroppo, corre alla storia dei Dinosauri e alla loro scomparsa…
Silvia Trevisan