Lo stadio della Roma si deve fare. Per tanti motivi

La giustizia deve punire i colpevoli. Ma la città non può rinunciare a milioni di investimenti e decine di posti di lavoro

Non è tanto per i 60 milioni che James Pallotta, presidente della Roma, ha già speso per il nuovo stadio del club giallorosso. Molto presto, se le cose dovessero sbloccarsi, potrebbero essere 100 o 150. Il fatto è che lo tsunami giudiziario che ha investito il nuovo impianto e un pezzo di nomenklatura economica e politica della città (oltre al costruttore Parnasi, proprietario dell’area di Tor di Valle, sono finiti in manette Adriano Palozzi, vicepresidente del Consiglio della Regione Lazio di Forza Italia, Michele Civita, ex assessore regionale del Pd, Luca Lanzalone, presidente Acea e consulente per M5S sullo stadio), è qualcosa di più grande, più profondo.

Punto primo, la credibilità. Se le manette scattate all’alba di oggi finissero con l’impantanare l’intero progetto stadio, Roma perderebbe quel poco di credibilità che le rimasta. Passerebbe questo messaggio: impossibile realizzare qualche cosa di grande, tanto prima o poi succede qualcosa e si blocca tutto.

Attenzione, chi sbaglia, per dirla con le parole del sindaco Raggi, deve pagare. I presunti corruttori, devono essere puniti se ritenuti colpevoli. Ma lo stadio no, lo stadio si deve fare. Credibilità e immagine a parte, c’è di mezzo un interregno fatto di fornitori, piccole imprese. Il famoso indotto insomma. Tradotto, posti di lavoro e un pizzico di pil capitolino. Chi pagherà le fatture se tutto va allo scatafascio? In soldoni, se davvero il nuovo impianto portasse a quegli 800 milioni di investimenti una volta a regime, Roma perderebbe un treno che difficilmente ripasserà.

La politica in questo non deve alzare bandiera bianca ma deve dare man forte a uno già scoraggiato Pallotta. Il numero uno lo ha detto chiaramente. Se salta lo stadio, addio Roma. E allora, la giustizia faccia il suo corso, punisca chi deve punire ma lo stadio si faccia. Per Roma, per un’area abbandonata da decenni e malsana, per creare nuova ricchezza e lavoro. The show must go on.

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