Sono migliaia le onorificenze conferite ogni anno in Italia e assegnate non solamente dal presidente della Repubblica. Ordini cavallereschi, attestati cittadini a personaggi di particolare evidenza, medaglie per comportamenti eccellenti e produttività esemplari.
Quello che colpisce, in questo tragico momento storico, è proprio questo distacco fra il “prestigio” e la “superiorità” ampiamente sottolineate dalla scelta dei soggetti premiati con la dura realtà quotidiana di milioni di Italiani.
Senza nulla togliere all’impegno e all’eccellenza (già, per altro, gratificati anche in altri modi e momenti) soffriamo per la stonatura che ci ferisce quando parte la raffica dei flash, per i pochi fortunati, mentre la penombra costante copre la penisola.
I dati indicativi (al 2020) parlano di un tasso di disoccupazione fra gli adulti del 9,7% e del 31,1% fra i giovani e di circa 300.000 attività costrette alla chiusura…strage fra i b&b, i bar, le palestre ecc.
I ristori, di cui tanto si pavoneggiano i vari governi, a volte coprono a mala pena gli incassi di pochissime giornate di lavoro. Quasi una presa in giro e un’ elemosina se pensiamo che il dramma Covid ha ampiamente doppiato la boa dei 12 mesi.
Anche la scuola ha pagato un prezzo altissimo e Save the Children parla di circa 74 giorni (ad ora) persi nel vento. A conti fatti una debacle su tutti i fronti.
Ecco tutto questo dovrebbe imporre un cambio di passo, usanze e storia.
Da ora ci aspettiamo medaglie e flash dedicati ai veri eroi, di questi mesi, che giorno dopo giorno riprendono il solito tran tran, che tirano su la serranda e aprono la loro attività in attesa dei clienti. Che hanno ancora l’entusiasmo di fare vetrine allegre e adatte alla stagione, che vanno ai mercati a comprare primizie e pescati freschi, che abbelliscono i rispettivi locali con fiori sempre nuovi che invitano i passanti al sorriso e al desiderio di entrare per un momento di puro piacere.