Quella passata è stata una settimana importante per conoscere il futuro della Metro C. Negli ultimi mesi, i passeggeri della terza linea della Capitale hanno subito pesanti disagi a causa della penuria di treni che hanno portato le frequenze dei convogli a ritmi da treno regionale.
Ma Salviamo la Metro C – il comitato che da anni propone idee per far sviluppare Roma ‘su ferro’ – ha scovato alcuni numeri che danno l’idea su quali saranno le tempistiche per vedere (o sperare di vedere) un significativo miglioramento della linea C.
Nello specifico, questi numeri sono tratti dallo schema di convenzione tra Roma Capitale e il MIMS (Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile) deliberato dalla Giunta Capitolina lo scorso 5 agosto. Il primo intervento preso in esame è la fornitura di sei treni per la Metro C, dal costo di 72 milioni di euro e con “data apertura all’esercizio o completamento” prevista per dicembre 2025. Il secondo, invece, riguarda l’”adeguamento normativo e antincendio del nodo di scambio Linea A-Linea C ‘Stazione San Giovanni: costo, 11,5 milioni e periodo di completamento ottobre 2025.
Una soddisfazione a metà secondo il comitato, che sottolinea come dato positivo il fatto che le date siano state messe nero su bianco ma constata, a ragione, che i tempi sono ancora lunghi.
“Le tempistiche non vanno giù ma dopo dieci anni di nulla abbiamo delle date certificate, messe nero su bianco, attendibili. Infatti, l’obbligazione giuridicamente vincolante parte da dicembre 2022 per i nuovi treni e da marzo 2023 per il nodo S.Giovanni e nel caso in cui il Comune dovesse rivelarsi inadempiente nell’utilizzo delle risorse, oltre ad assumersi una inequivocabile responsabilità politica, vedrebbe tornare al mittente i fondi ricevuti – spiega Salviamo la Metro C – Se queste non vorranno essere ricordate come le uniche esigue nuove opere sulle metropolitane di Roma nel decennio in corso (al netto dell’inaugurazione di Amba Aradam e Colosseo) bisogna assolutamente cambiare passo”.