Il 2024 non è ancora in vista ma già c’è chi mette in guardia sui rischi che correrebbe il trasporto pubblico locale romano. Il tema è la Metro C di Roma e nello specifico l’apertura delle due stazioni della tratta T3 – Amba Aradam e Colosseo – prevista proprio nel 2024, come dichiarato a metà novembre dal neo assessore ai trasporti della giunta guidata da Roberto Gualtieri, Eugenio Patanè. C’è il rischio che con gli attuali treni in circolazione, l’ampliamento della tratta possa provocare un peggioramento della frequenza dei convogli?
È la domanda che si è posto Salviamo la Metro C, il comitato di esperti e appassionati che monitora lo stato dello sviluppo ‘su ferro’ della mobilità capitolina.
“Per assicurare una frequenza di 5 minuti su tutta Ia tratta Colosseo-Pantano saranno necessari almeno 16 treni in linea. Anche se si volessero introdurre le corse limitate con frequenze di 5 minuti tra Colosseo e Grotte Celoni e di 10 minuti fino a Pantano, sarebbero necessari 13 treni in linea, escludendo il turnover manutentivo e le riserve – spiega il comitato – se, invece, come da contratto, i treni disponibili per quella data saranno 15 (i 13 attuali con già 10 anni di esercizio + 2 nuovi) la frequenza che ci aspetterà sarà non molto diversa da quella attuale. Vediamo come si può arrivare alla stima. Da manuale, l’intertempo nel passaggio tra due treni, può essere calcolato dividendo il tempo di giro per il numero di treni. Assumendo 2 treni in manutenzione, 2 treni in riserva, 11 treni in linea e un tempo di giro di 82 minuti, dividendo 82 per 11, si ottiene un intertempo di 7 minuti e mezzo. Otto minuti considerando i “resti”. Con un tempo di giro di 80 minuti, un intertempo poco superiore ai 7 minuti. Ovviamente sperando che il parco rotabile non subisca perdite altrimenti la coperta diventerebbe in modo preoccupante ancora più corta”.
Quello che sembra un esercizio di contabilità, rappresenta invece una dinamica che condizionerà le sorti di migliaia di utenti dal 2024 in poi.
“I rischi, secondo noi, vanno evitati e possono essere evitati attraverso un’azione politica tempestiva e urgente che entro la fine dell’anno eviti che la fornitura di un numero di treni sufficienti ad avere frequenze da metropolitana vada fuori il tempo massimo – conclude soprattutto perchè dal 2018 sono disponibili e pronti per essere spesi 36,4 mln stanziati con il decreto ministeriale del 2 marzo 2018 a favore di Roma Capitale per ampliare il parco rotabile della Linea C di 4 treni”