Italia cashless, ma non troppo. E allora bisogna mettere il turbo, per mettersi al passo con l’Europa. Ad oggi, risulta Firenze la città più cashless d’Italia, seguita a ruota Milano e poi Genova. A dominare la classifica regionale è invece la Lombardia, per il sesto anno consecutivo, fanalino di coda la Calabria. Il Nord Italia si classifica tutto nella top-10, il Sud nelle ultime 7 posizioni mentre al Centro le migliori sono Toscana (4° posto) e Lazio (5° posto).
Questi i numeri presentati ai lavori della Tavola Rotonda della Community Cashless Society organizzata da The European House – Ambrosetti. Dallo studio emerge come seppur la cavalcata italiana verso l’utilizzo delle moneta elettronica non pare incontrare ostacoli il posizionamento in Europa è ancora troppo poco soddisfacente. I numeri relegano l’Italia alla terzultima posizione ne perdiamo una rispetto all’anno passato e ci posizioniamo davanti solo a Romania e Bulgaria. Danimarca, Svezia e Paesi Bassi sono, invece, i Paesi in testa alla classifica.
“I pagamenti cashless – si legge nello studio – riportano in media costi inferiori rispetto al contante e l’accesso al credito d’imposta del 30%, consente ai piccoli esercenti di pagare commissioni ancora inferiori alla media. Osservando i risultati del modello, infatti, il costo medio si attesta tra lo 0,7% e lo 0,9% dei ricavi incassati con carta e decresce al ridursi del fatturato in quanto aumenta il peso dei ricavi esenti da commissioni. Ricorrendo al credito d’imposta, inoltre, tale costo si abbassa ulteriormente fino allo 0,5%/0,6%”. Nonostante una classifica che ci vede quasi fanalino di coda, 7 italiani su 10 vogliono comunque aumentare l’utilizzo dei pagamenti cashless. Il che è buon segno.