Non è ancora vicinissimo un accordo per far rilevare il Fatebenefratelli ad una cordata guidata dal Gemelli, da Leonardo del Vecchio, sotto il coordinamento della presidente del Bambino Gesù Mariella Enoc. Non è vicinissimo, ma potrebbe essere vicino. Al momento i sindacati non ne sanno nulla e chiedono una convocazione in merito. La Fondazione Agostino Gemelli comunque starebbe spingendo affinché il tutto si chiuda per fine maggio, in modo da trasformare l’ospedale sull’Isola Tiberina in un centro d’eccellenza.
I sindacati: garanzie per i dipendenti del Fatebenefratelli
Antonio Cuozzo, segretario Fp Cisl del Lazio, ci dice: “Prima di tutto vanno salvaguardati i posti di lavori. Si tratta di 450 persone che lavorano con un contratto vecchio di 18 anni, e che hanno diritto ad avere un minimo tabellare aggiornato, oltre ai relativi arretrati”. L’operazione sarebbe valutata un centinaio di milioni di euro, ma ancora, nonostante gli sforzi della super manager della sanità cattolica Mariella Enoc, avrebbe bisogno ancora di qualche giorno per essere messa a punto. Un’opzione scaturita dopo il fallimento dei contatti col gruppo San Donato.
Debiti ingenti all’Isola Tiberina
Il noto ospedale è gestito dall’Ordine ospedaliero di San Giovanni di Dio e da anni ha problemi di gestione. Il tribunale di Roma lo ha ammesso nel 2015 alla procedura di concordato preventivo. I debiti sono ingenti. E in vista dell’ultima rata che scadeva lo scorso 15 ottobre – ora slittata di sei settimane – era filtrato da tempo che era in corso una trattativa tra l’ordine religioso e il gruppo San Donato di Milano.
Il Papa: rafforzare la sanità cattolica
Il Vaticano, che non è proprietario dell’ospedale, ha avuto sinora il solo compito di dare, o negare, il beneplacito alle decisioni dei frati. Ma visto il valore simbolico della struttura ora ha deciso di entrare in campo per salvare e rilanciare il Fatebenefratelli. E di farlo con un partner d’eccellenza: Leonardo Del Vecchio, fondatore di Luxottica, azionista di spicco di Mediobanca e Generali. D’altronde, il Papa a ottobre aveva deciso di istituire una fondazione per la sanità cattolica, e aveva ribadito: “Desidero riaffermare l’importanza delle istituzioni sanitarie cattoliche: esse sono un tesoro prezioso da custodire e sostenere; la loro presenza ha contraddistinto la storia della Chiesa per la prossimità ai malati più poveri e alle situazioni più dimenticate”.